Si sono svolti in questi giorni due giorni di convegni e seminari in Assisi, sotto l’egida dell’Arpa Umbria e quindi con la tutela indiretta della Regione Umbria, con conferenze che avevano come tema centrale dell’intera questione Scienza e Fede per la cura della casa Comune.
Gran cerimoniere è stato il commissario straordinario dell’Arpa stessa avvocato Massimo Perari che ha saputo convogliare in detti consessi le più alte autorità italiane in tema di ambiente dal punto di vista tecnico e poco di politico, con il risultato che sono stati due giorni intensi di studio e di riflessione.
Questo presso la sala Cimabue in Assisi, vicino al Sacro Convento e non erano presenti – ovviamente – gli ambientalisti “politici” che si limitano a raccogliere l’immondizia nei sentieri montani.
Il parametro di riflessione è stato il Cantico delle Creature di San Francesco e amatissimo dalla nostra presidente delle Regione dell’Umbria che è stata anche sindaco di Assisi e parole chiave per vincere contro la Tesei.
Si è’ parlato di ambiente e quindi di acqua e qualità dell’aria, di meteorologia e quanto afferisce l’ambiente stesso.
Dal mio punto di vista però è errato parlare di ambiente perché con tale parola può essere indicata anche una stanza di un immobile a motivo del quale avrei trovato più appropriato il termine natura o – se si fosse seguita l’idea di San Francesco – il Creato.
Centrale la tavola rotonda di sabato dal titolo “la tutela dell’ambiente” con la presenza del procuratore generale presso la Corte di appello di Perugia Sergio Sottani, il presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, il prefetto Stefano Laporta, l’avvocato Pietro Laffranco che guidava i lavori e da ultimo Giuseppe Severini, presidente di sezione emerito del Consiglio di Stato e su cui tornerò dopo.
Il tema era, appunto, la tutela dell’ambiente e se Cassano è stata tecnicissima perché ha spiegato con vigore quali siano le norme costituzionali di riferimento e che sono l’articolo 9 e 41, dall’altra è emerso che se da una parte l’articolo 9 sancisce la tutela del territorio e delle biodiversità anche in funzione delle generazioni future (cioè e in soldoni la tutela del territorio per lasciarlo migliore ai nostri figli), dall’altra ha evidenziato che l’articolo 41 della “sacra carta” diventa argine stesso di un ambientalismo che io – non lei – definisco scellerato.
Su tutto l’intermezzo dell’articolo 32 della Costituzione stessa che è la tutela della salute.
Il prefetto Laporta ha parlato del ruolo dell’Arpa nel tessuto nazionale e che sta assurgendo a guardiana dell’ambiente stesso.
Il procuratore Sottani si è invece soffermato sui pochi reati ambientali e del sostanziale pericolo che potrebbe derivare dalle ecomafie.
Ma la caratura della giornata e assieme punto di svolta è stato l’intervento di Severini che per i giuristi, come ha detto giustamente Laffranco che è notissimo avvocato, è considerato un faro nella giustizia amministrativa.
E ha ragione perché basta sentire una considerazione di Severini per stracciare la laurea in giurisprudenza al punto che può essere considerato – usando una perifrasi – l’unico stupor legis attuale e denotando altra caratura romantica rispetto agli altri conferenzieri pur essendo un grandioso studioso della giustizia amministrativa che è sostanzialmente ritenuta materia fredda.
Ma se non trattata da Severini.
Questo perché – forte della sua preparazione mostruosa che denota un idealismo magico al limite di un meraviglioso snobismo spirituale – se la questione sottesa all’esame viene affrontata con una contestualizzazione romantica della storia, si capisce bene che il risultato e’ assai positivo e rende estremamente efficace la comunicazione alla platea che è rimasta a bocca aperta.
Partire dal concetto di San Francesco e di città medioevale per arrivare al territorio da salvaguardare anche per onorare la memoria del nostro santo è stato non un esercizio di stile, ma una comunicazione romantica a tutto tondo e che quindi è arrivata al cuore di chi ascoltava.
Parafrasando Massimo D’Azeglio, il romanticismo è l’educazione al bello attraverso l’arte, in questo caso del parlare e il logos eassurge a totem della comunicazione dello stupor legis.
Con il risultato eloquente che il segnale pervenuto è che la famose pale eoliche che dovrebbero andare a deturpare l’appennino sono, agli occhi sì di Severini, ma in minor misura anche degli altri relatori, come uno scempio che si potrà evitare se, come ha affermato Cassano prima e Severini dopo, riuscirà la magistratura giudicante (penale, civile, amministrativa) a essere guardiana neanche silente di un assalto al territorio che ne verrebbe violentato senza possibilità di redenzione.
L’Umbria verde ha come motore trainante – e questo la fa capire al meglio Severini – la bellezza del territorio e quindi del turismo (aggiungo io) a motivo del quale si è tuonato anche contro i vari progetti in essere di 130 pale eoliche alte 200 metri lungo 30 chilometri di dorsale appenninica (qua dietro ha detto il nostro campione) che sarebbero la morte dell’Umbria e facendo sfociare il Cantico del santo in qualcosa di ridicolo.
Questo per far capire che al di là della formidabile petizione del comitato che ha portato a De Luca della Regione Umbria quasi 8.000 firme contro questi progetti, rimane indiscusso che se un personaggio come Severini, che diventa un profeta del dolore altrui, prende posizione a sfavore dell’eolico stesso, significa che allora c’è speranza che questo scempio non venga in essere.
D’altronde le prime avvisaglie di questa contrarietà erano state evidenziate in un meraviglioso articolo giuridico scritto da Severini stesso in tandem con Paolo Carpentieri che può essere considerato il nuovo manifesto dell’ambientalismo secondo la Costituzione e che fa presumere che i nostri ambientalisti prezzolati non abbiano capito nulla di come debba essere affrontata la questione per la tutela del territorio e non di tutela del partito di sinistra di riferimento.
“La natura ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi” ha affermato papa Francesco.
Chissà cosa ne pensa la francescana presidente della Regione tenendo a mente che se fa qualcosa non in linea con la legge ci sarà il Consiglio di Stato che – come ha detto Severini – si è già espresso sul punto in maniera esemplare, bocciando i decreti della Toscana in tema di eolico con sentenza 1872 del 5 marzo 2025.