Il polistrumentista napoletano mischia echi di folk blues americano con le sonorità della tradizione partenopea
Ninni è il nome d’arte di Luca Caligiuri, un polistrumentista napoletano che inizia la sua carriera un bel po’ di anni fa. Giovanissimo inizia a suonare con la disco-punk band The Collettivo, poi negli anni avrà diverse collaborazioni che lo porteranno a girare il mondo.
Inizia il progetto da solista nel 2020, il cosiddetto anno della svolta. Il cantautore pubblica numerosi brani iniziando da “Je Vulesse”, “Nuje ce capimme a volo a volo”, “Pane e Pallon” e “Just The Touch of My Hands”, trasmesso da più di 60 radio internazionali.
Ninni è un uomo sensibile e riesce a trasmettere questa sua caratteristica nelle canzoni che scrive che variano, si distinguono, racchiudono echi di folk blues americano mescolandosi perfettamente con le sonorità della tradizione napoletana. Difatti, il cantautore alterna testi in lingua napoletana, con quelli in lingua italiana e inglese, raccontando ciò che lo circonda: la quotidianità.
A fine novembre è uscito il nuovo singolo “For The Last Time”, disponibile già da inizio dicembre sulle piattaforme digitali.
“A volte la paura di perdere qualcuno ci fa letteralmente impazzire perché siamo del tutto inermi davanti al destino che si presenta sul nostro cammino. Tutto però nella vita va affrontato, anche il dolore più profondo, che ci rende umani e che se esplorato, compreso, vissuto, ti può aiutare a portare alla luce il valore di questa esperienza, scoprendo una capacità resiliente che può renderci più forti, più resistenti”.
Un brano dedicato, che trasmette il dolore che si nasconde fra una nota e l’altra, il dolore di perdere qualcuno di caro improvvisamente. Hai scritto un pezzo definito da molti “jazz”, dai suoni lounge, riesci a spaziare molto fra una canzone e l’altra, come ci riesci?
“Non so se ci riesco, sicuramente provo a scrivere quello che sento in un momento. “For The Last Time” è nata così, chitarra e voce, in una delle mie notti insonni. Penso non sia importante apporre un’etichetta a un brano, anche se capisco poi la necessità di individuare un genere per una data canzone, ma ripeto, come diceva Pinuccio: l’importante è il sentimento”.
“For The Last Time” è arrivata in prossimità del Natale, è anche una sorta di incoraggiamento?
“La tempistica è stata casuale, non avendo contratti con etichette discografiche o altro, pubblico canzoni quando sento che è giusto il momento di farlo. Credo che ognuno ascolti e faccia sua una canzone, una volta pubblicata, un pezzo è di chi lo ascolta, c’è libera interpretazione. Certo che ‘For The Last Time’ può anche essere vista come una canzone che inviti a non perdere mai la speranza”.
A cosa stai lavorando? Ci sono progetti che hai intenzione di realizzare a breve?
“Vorrei dare a coloro che mi sono stati vicino una canzone prima dell’anno venturo, giusto per festeggiare insieme l’inizio del nuovo anno. Il prossimo chi lo sa cosa riserverà, sempre a libera interpretazione e immaginazione!”.