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Daniel Bonato, quando la rinascita architettonica e spirituale, passa per il cibo e la creatività

La rinascita di Villa Albrizzi Marini al centro di un progetto di arti e cucina

Daniel Bonato nasce il 13 luglio 2000 a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza e inizia a lavorare a 14 anni facendo una lunga gavetta, molto spesso non retribuita.

A 16 anni si trasferisce a Milano per lavorare al ristorante Cracco, premiato con due stelle Michelin, partendo dalla mansione di commis-chef, il grado più basso della gerarchia delle cucine sotto la guida severa dello chef Lorenzo Pesci.

Dopo questa prima esperienza torna in provincia di Vicenza per lavorare allo Spinechile Resort.

In tutti i ristoranti dove presta servizio Bonato lavora dalle 16 alle 18 ore al giorno, ma la retribuzione non è commisurata alle ore di lavoro. Questo lo porta, nel 2019, per la prima volta nella sua vita a prendere un aereo e volare a New York per nuove esperienze lavorative.

In seguito presta servizio al Savoy Grill di Gordon Ramsay a Londra, il più giovane chef britannico ad ottenere le ambite 3 stelle Michelin e allievo di Marco Pierre White.

Purtroppo le problematiche derivanti dal Coronavirus e conseguente lockdown, impediscono a Daniel di rinnovare il visto di lavoro e lo fanno precipitare in un lungo periodo oscuro dal quale trova rifugio nell’esoterismo e magia nera, della quale rimane ossessionato.

Riesce ad uscire da questa spirale grazie all’aiuto di Luca Pettenon, musicista e artista, che lo porta in studio a registrare come sessionman alla chitarra per il suo album “8”.

Nel frattempo, casualmente, su invito del suo tatuatore scopre Villa Albrizzi Marini a San Zenone degli Ezzelini, un complesso storico cinquecentesco in decadimento, e conosce in questa occasione il suo proprietario Martiros Gevorgjan.

L’istintiva affinità elettiva che si palesa sin dal loro primo incontro e la stima consolidata nel tempo di Daniel per la straordinaria cultura e apertura mentale del suo nuovo mentore, porta Martiros a chiedere a Daniel di entrare nella Rockdrop, società da lui fondata, e intraprendere una fruttuosa collaborazione che dura ancora oggi. E così che, dopo 35 anni di abbandono, Villa Albrizzi Marini diventa il fulcro di un processo rigenerativo.

Rigenerazione significa che ciò che è stato danneggiato o versa in stato di abbandono, può tornare attivo e utile attraverso la collaborazione tra enti pubblici e privati e associazioni.

Dopo un attento studio, i due soci raggiungono un insieme di conoscenze urbanistiche, tecnico-amministrative su come recuperare edifici storici con scarsi capitali e coordinando attività estremamente eterogenee. L’azienda Rock Drop nasce infatti con un capitale di appena 3.000 euro e inizia con un bike park seguito da un cocktail bar e una guesthouse.

Nel 2019 si affianca l’associazione culturale Villa Albrizzi Marini APS, nata per sostenere le attività sociali, artistiche e culturali. Daniel riesce a far combaciare in quel luogo tutte le sue passioni: musica, cibo come provocazione, lettura e arte.

In un contesto dove gli arredi e le attrezzature sono recuperate, Daniel Bonato applica la cucina futurista ispirata da uno scritto del poeta, scrittore, drammaturgo e militare italiano. Filippo Tommaso Marinetti.

Nato ad Alessandria d’Egitto, Marinetti è considerato il fondatore del movimento futurista, la prima avanguardia storica italiana del 900, legato anche al fascismo. Il padre era un avvocato impiegato negli uffici commerciali del Canale di Suez e in seguito divenne il legale personale del Chedivè Tawfiq Pascià.

Oggi in Villa Albrizzi Marini coesistono 20 attività etiche e sostenibili in grado di creare uno stimolo economico e un’attrattiva per tutto il settore artistico e sociale.

Cooperazione, economia d’esercizio, efficienza, presenza di sponsor, aziende a supporto di numerosi progetti, compartecipazione dei costi, scambio di attività interne, hanno determinato il successo del recupero di edifici storici.

Grazie a una normativa più favorevole il progetto è stato replicato col nome di Vitrum Lab nell’ex complesso della vetreria di Murano e a Villa Mocenigo ad Alvisopoli Fossalta.

All’interno della vetreria di Murano è prevista la realizzazione di spazi multifunzionali per ospitare attività ricreative e la nascita di un forno con caffetteria e ristorante al servizio del quartiere e il progetto mira ad avviare un processo che incrementi i servizi in grado di supportare le politiche di ripopolamento.

Nel secondo caso, il conte Alvise Mocenigo progettò anticamente un centro abitato dotato di servizi che rendessero la comunità autosufficiente, senza tuttavia senza riuscirci.

Oggi in una visione innovativa e di rapporto col territorio, può diventare luogo al servizio della cittadinanza e un modello di sostenibilità economica, sociale ed ecologica, esattamente come avvenuto per Villa Albrizzi Marini.

La legittimità del processo è data dalla collaborazione con l’Ater Venezia e con l’Università Statale di Venezia. Tutto questo grazie alla tenacia, creatività e passione di Daniel Bonato.

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