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“Questo lo faccio domani”, la trappola della procrastinazione

Ci sono delle conseguenze future, ma si tende a preferire un piacere momentaneo, a discapito dei benefici sul lungo termine

Molto probabilmente ti sei già trovato in questa situazione: hai fissato un obiettivo che ti entusiasma, non vedi l’ora di metterti all’opera, ma ogni volta che decidi di attivarti, all’improvviso inizi a pensare a tutte le altre cose che devi fare. Alla fine ti blocchi e tra tutte le azioni che avresti dovuto mettere in campo per raggiungere il tuo obiettivo non ne compi neanche una, perché decidi di concentrarti su attività di minor importanza rispetto a ciò che avresti invece dovuto fare.

Tale fenomeno viene descritto con il termine di “procrastinazione” conosciuto anche come “comportamento del rinvio”. Con la procrastinazione noi rimandiamo volontariamente un’azione che dovrebbe invece essere svolta sul momento.

Tutto questo ha ovviamente delle conseguenze future, ma si tende comunque a preferire un piacere momentaneo, a discapito dei benefici che si potrebbero ottenere sul lungo termine.

Alla base della procrastinazione troviamo così una difficoltà personale nell’immaginarsi in una dimensione futura. Ancorandoci alla dimensione presente escludiamo tutte quelle attività che non danno esito immediato.

La procrastinazione agisce come meccanismo di autoprotezione, ovvero perdiamo molto tempo in attività da noi percepite come meno urgenti, così facendo, occupiamo il tempo con attività secondarie, al fine di poter avere un alibi in grado di andare a giustificare ipotetici fallimenti successivi.

La verità è che il tempo a disposizione lo abbiamo ma, volontariamente, non lo usiamo con saggezza.

Grazie alla procrastinazione non siamo obbligati quindi a doverci confrontare con un ipotetico esito fallimentare, in quanto abbiamo diverse scuse dietro la quale poterci nascondere: “avevo altre mille cose da fare” oppure “non ho avuto abbastanza tempo” e così via.

La procrastinazione funge quindi da barriera, mascherando la paura di un ipotetico fallimento. Dico ipotetico, perché presente inizialmente solo nella nostra mente. È un fallimento ideale ma non realistico. La procrastinazione ci tiene ancorati ad un’idea di fallimento, in quanto di fatto ci impedisce nel concreto, di mettere in atto quelle azioni che potrebbero andare invece a disconfermare tale convinzione personale.

Ci ritroviamo così intrappolati in un circolo vizioso che, oltre ad impedirci di raggiungere il nostro obiettivo e di metterci in gioco, va a rafforzare tutte quelle convinzioni erronee su cui nel tempo concretizziamo e costruiamo la nostra personalità. Personalità che oltre ad avere come modalità di comportamento una procrastinazione sempre più frequente, sarà caratterizzata anche da un basso livello di autostima che, a sua volta, non farà che nutrire ulteriormente tale comportamento disfunzionale.

Continuare a procrastinare porta inoltre a vivere in uno stato continuo di tensione mentale ed emotiva. Questo perché attraverso tale comportamento noi rinviamo continuamente determinate attività. Ma tali attività vengono solo rinviate, non cancellate dalla nostra mente; anzi quest’ultima è molto brava nel ricordare a se stessa tutti i compiti da dover ancora completare, a differenza invece di tutti quelli che una volta portati a termine vengono rimossi.

Il tutto induce a vivere una condizione di disagio e tensione che rimane finché il compito non viene completato. Questo può essere un aspetto positivo quando il soggetto è determinato a raggiungere il suo obiettivo, ma invece risulta negativo quando la modalità di azione messa in atto è la procrastinazione. Così facendo, l’individuo non solo non raggiunge il suo obiettivo e minaccia la sua autostima, ma si costruisce una vera e propria gabbia dorata che lo porta a vivere in uno stato di tensione psicofisica costante.

La procrastinazione può dunque dare un vantaggio nel breve tempo, ma a quale scopo se si trasforma poi in una prigione permanente? Imparare a gestire la procrastinazione è possibile, ci sono varie tecniche e modalità d’intervento a riguardo se ci si vuole far aiutare, ma il primo passo da dover compiere, è divenire consapevoli di vivere secondo tale modalità di comportamento.

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