Intervista a Matteo Iannone, il presidente dell’associazione La Staffetta ETS di Pisa
Matteo Iannone, laureato in Tecnologie Alimentari all’Univeristà di Pisa, è il presidente e fondatore dell’Associazione La Staffetta ETS. È anche sommelier AIS, consulente aziendale e docente sulle tecnologie alimentari, sulla filiera brassicola (produzione birra, coltivazione luppolo e canapa, produzione di distillati) e sulla progettazione dei bandi nel campo del terzo settore. In collaborazione con l’Università di Pisa riveste il ruolo di tutor aziendale nei tirocini curriculari nonché tutor nella scrittura delle tesi di laurea magistrale. Dal 2020 in collaborazione con l’Università di Pisa e a La Sapienza di Roma pubblica articoli di ricerca accademica nel settore della nutraceutica e della farmacologia in ambito brassicolo e sulle piante officinali. In quest’intervista approfondiamo con lui le seguenti questioni: il turismo brassicolo toscano, la produzione della birra artigianale, l’economia circolare e l’energia geotermica confermando la convinzione che la birra può essere uno stile di vita.
L’associazione Staffetta è nata a Pisa nel 1212 nell’ambiente universitario. Com’è cambiata durante questi anni? Qual è la vostra missione?
“L’associazione La Staffetta APS ETS è nata nel 2012 come start up sociale tra i banchi delle aule di Agraria dell’Università di Pisa per promuovere la filiera brassicola (birra artigianale) creando progetti di filiera sulla coltivazione del luppolo sia in Puglia (Azienda Agricola Vocino – Sannicandro Garganico) sia in Toscana e parallelamente facendo corsi di formazione agli homebrewer (privati che in casa producono birra artigianale). Nel tempo siamo diventati un’associazione sempre più focalizzata a collaborare con Università ed Enti di ricerca per poi diventare ufficialmente, con la prima pubblicazione fatta sulla rivista scientifica Food Chemistry nel 2020 – “Hemping the drinks” (birra alla canapa Toscana legato ad un progetto di economia circolare), un ente del Terzo Settore con scopi statutari sulla ricerca e formazione accademica legato alla nutraceutica della birra e in generale dell’industria del beverage (spiriti e prodotti innovativi a basso contenuto di alcol)”.
Come “birrificio sociale” organizzate eventi promuovendo la birra fatta con ingredienti locali o di nuovo utilizzo (canapa). Quale progetto state sviluppando adesso?
“Ora stiamo lanciando un nuovo progetto sulla birra fatta in modo ancestrale/antico, le così dette gruit beer. Queste birre sono fatte utilizzando piante aromatiche alternative al luppolo come per esempio il tarassaco, la melissa, l’ortica. L’idea è quella di fare serate didattiche di degustazione e abbinamento cibo facendo una birra unica fatta in associazione e allo stesso tempo riscoprendo sapori e aromi che abbiamo perso ormai da alcuni decenni (perdita della sensorialità a causa del cibo industriale)”.
Che tipo di birre proponete al vostro pubblico? Cos’hanno di speciale?
“Tutte le birre del progetto staffetta derivano da una tesi magistrale oppure da una pubblicazione scientifica. L’ultima ricetta, il puntato fresh hop, è stata fatta con luppolo fresco biologico toscano coltivato ad un’altezza ‘eroica’ a 1200 metri sulle Apuane utilizzando soltanto energie alternative (eolico e solare). Inoltre produciamo le nostre birre utilizzando l’energia geotermica del vapore (partner energetico Enel Green Power) che viene utilizzato per la parte “calda” del processo di produzione birra. Siamo l’unico impianto al mondo (Vapori di Birra – Sasso Pisano) che produce birra utilizzando l’energia geotermica del sottosuolo (progetto ‘la staffetta a vapore’). Un altro punto legato alla sostenibilità è legato al packaging: il 20% dei vuoti di birra viene riutilizzato per i corsi di formazione e i cartoni porta bottiglia riutilizzati almeno 4/5 volte. Distribuiamo esclusivamente in Toscana, in realtà sociali e sostenibili (botteghe etiche e gruppo di acquisto solidali)”.
Aiutate a proteggere l’ecosistema e promuovete il cicloturismo. Cos’altro sostenete?
“Ci occupiamo di consulenza per privati che vogliono aprire associazioni o per associazioni che hanno bisogno di consulenza sulla parte fiscale e di progettazione bandi. Inoltre creiamo reti tra enti pubblici e privati per progetti di ricerca e innovazione sociale”.
Può essere la birra uno stile di vita?
“La birra, come tutti i prodotti artigianali gastronomici legati alla filiera italiana, è già esso stesso uno stile di vita perché ci induce a scoprire i territori e produttori, a condividere esperienze e ad aggregarci, cosa non banale oggigiorno dove la tecnologia ci induce a diventare esseri egioci ed altamente individualisti”.