Tra la notte del 15 e 16 agosto lo chef milanese Riccardo Zebro è stato ritrovato senza vita nel suo appartamento di New York. Aveva 34 anni ed era originario di Cassina Dé Pecchi. Dalla compagnia della Grande Mela, per cui lo chef lavorava dal 2017, è stato reso noto che la sua morte è avvenuta per cause naturali. Il giovane cuoco non rientrava in Italia da circa dieci anni e proprio questo anno doveva riconciliarsi con la famiglia per le vacanze estive. Ma dal suo appartamento non è andato mai via.
Prima ancora di lavorare nel Sant Ambreus nel West Village Zebro faceva parte del team San Carlo Osteria Piedimonte, a Soho. La sua scalata all’estero però iniziò nel 2012 in un lussuoso locale nelle Bermuda. Al Corriere.it Gherardo Guarducci, founder ed executive chairman Sant Ambroeus Hospitality Group ha dichiarato che: “Siamo tutti sotto choc e soprattutto tristissimi. Riccardo era uno chef di grande talento, una vera eccellenza Italiana”.
Una morte prematura di uno chef che stava prendendo il volo, i suoi piatti, infatti, erano stati apprezzati da noti volti della televisione come Robert De Niro, Jovanotti e Zucchero. Chef Zebro si era diplomato all’Istituto alberghiero Carlo Porta nel 2008 ma la passione era nata quando era stagista all’Hotel Sheraton Diana Majestic di Milano.
Riccardo Zebro non è stato l’unico cuoco a morire tragicamente seguendo le sue passioni. Il quotidiano La Stampa scrive di noti chef italiani che prima di morire seguendo la loro vocazione culinaria hanno cucinato e fatto assaggiare le loro prelibatezze a star di tutto il mondo. Si ricorda, infatti, di Anthony Bourdain, Andrea Zamperoni, Matteo Padovano, Gianni Valle e Rosario Lamattina. Ma anche di Luciano Zazzeri, Sauro Brunicardi e Franco Colombani. Tutti nomi di grandi chef che se non erano in vetta erano comunque sulla buona strada per ottenere riconoscimenti e stare sulla bocca di tutti.