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Dalla filosofia politica al segreto della felicità, dalla stregoneria allo spiritismo: Emanuele Cerquiglini racconta i suoi ultimi libri

Emanuele Cerquiglini nasce a Roma nel 1976. Lavora in ambito accademico come professore associato presso l’UniCampus HETG di Ginevra, dove è responsabile delle Facoltà di “Filosofia e Studi Umanistici” e “Scienze Olistiche”; cura anche un Master in “Storia dei Sistemi Esoterici Occidentali” e un Academy in “PNL”. Precedentemente aveva insegnato presso l’Università Supdi di Zugo. Esperto di esoterismo e occultismo è membro dell’ESSWE (The European Society for the Study of Western Esotericism).

Ha lavorato per venticinque anni nei settori del cinema e del teatro come attore, regista e sceneggiatore. È stato premiato alla XIV° edizione del Premio Internazionale Cartagine nelle sezioni: Arte e Cultura & Cinema e Spettacolo. I suoi quattro ultimi libri sono: “La filosofia politica nell’era della sorveglianza digitale” (un must per chiunque sia interessato alla filosofia politica, all’etica della tecnologia, all’educazione e alla democrazia nell’era moderna); “Stregonica: erbe, oli e candele.

Dalla tradizione magica popolare fino all’hoodoo folk magic” (un’analisi dettagliata delle tradizioni magiche, dalle radici europee e africane fino alle pratiche contemporanee); “Spiritica: tra fede e frode: eventi sconvolgenti, critiche, controversie e la ricerca della verità nello spiritismo”(analisi sulla storia dello spiritismo);  e infine, “Odissea mindfulness: un viaggio nel silenzio e nelle serenità per ritrovare la felicità di vivere” (una guida pratica pensata per migliorare la propria vita).

Il tuo ultimo libro è uscito in estate. “La Filosofia politica nell’era della sorveglianza digitale: tecnologia, diritti, controllo, privacy, scuola e democrazia. Derive del progresso acritico al crepuscolo dell’occidente”, è il titolo. Che tipo di riflessione o critica volevi richiamare con questo testo?

Il mio tentativo è quello di mostrare un punto di vista differente sui cambiamenti strutturali che la nostra società occidentale sta vivendo e subendo dalla fine del 2019. Nella programmazione neuro linguistica (PNL), si usa dire: “la mappa non è il territorio”. Ecco, a tutti noi è stata forzatamente presentata una mappa che non rappresenta il territorio, neanche minimamente. Ci hanno mostrato sassolini, facendoli sembrare montagne e ci hanno offerto problemi spacciandoli per soluzioni e menzogne per verità. L’unico modo per evitare di subire una tale meschina manipolazione da ingegneria sociale è quello di aiutare le persone, soprattutto i giovani, a sviluppare il pensiero critico.

È un’opera cruciale e tempestiva. È anche un libro accademico. Parli dentro dell’educazione, della democrazia, del nostro vecchio occidente. Quali sono i temi allarmanti? Cos’è la sorveglianza digitale?

La sorveglianza digitale, in un contesto più ampio, rappresenta il processo mediante il quale informazioni personali, comportamentali e digitali relative agli individui vengono monitorate, raccolte e analizzate attraverso l’impiego di tecnologie digitali e sistemi informatici. Questa pratica assume diverse forme, tra cui la sorveglianza governativa, aziendale e online, oltre a quella di massa. La sorveglianza digitale solleva, ovviamente, serie questioni etiche e sociopolitiche, che ne sottolineano la complessità e la portata. In primo luogo, la sorveglianza digitale mina la privacy individuale. L’ampia raccolta di dati personali, che può includere comunicazioni online, dati di localizzazione dai dispositivi mobili e altre informazioni sensibili, pone una serie di interrogativi sull’integrità dell’individuo. Questa violazione della sfera privata solleva preoccupazioni legate alla tutela dei diritti umani fondamentali, sottolineando la necessità di bilanciare il progresso tecnologico con la protezione della privacy. Inoltre, la sorveglianza digitale può portare all’abuso di potere da parte di governi e aziende. L’accumulo indiscriminato di dati senza adeguati controlli può essere utilizzato per fini non etici o illegali, come la sorveglianza di oppositori politici o la discriminazione su base etnica o sociale, lo abbiamo visto contro i non vaccinati nel nostro Paese durante la pandemia e in Canada durante le proteste dei camionisti ai quali il governo ha bloccato i conti bancari e sospeso le assicurazioni dei mezzi di trasporto. Immaginate quindi una società senza contante: non ci sarebbe più possibilità di opporsi al tiranno. Tale abuso di potere rappresenta una minaccia per la democrazia e la giustizia sociale. Un’altra criticità che posso associare alla sorveglianza digitale è la vulnerabilità alla sicurezza. I dati raccolti possono diventare bersagli per hacker e criminali informatici, causando potenziali danni quali il furto di identità o il ricatto. La mancanza di adeguati protocolli di sicurezza per la gestione dei dati personali espone le persone a rischi finanziari e personali significativi. Non è da meno considerare che la sorveglianza digitale apre anche la strada alla manipolazione e alla propaganda. I dati raccolti possono essere utilizzati per influenzare il comportamento delle persone attraverso strategie di pubblicità mirata o la diffusione di disinformazione. Questo solleva interrogativi sul controllo delle informazioni e la manipolazione delle opinioni pubbliche. Un’ulteriore preoccupazione, per me la peggiore di tutte, riguarda la possibile creazione di sistemi di punizione basati sulla sorveglianza digitale. In particolare, il sistema di credito sociale cinese rappresenta un esempio estremo di questa pratica. In Cina, i cittadini sono assegnati a punteggi di credito basati sul loro comportamento finanziario, sociale e politico. Questi punteggi possono influenzare l’accesso a servizi finanziari, opportunità di lavoro e altri benefici sociali. Sebbene questo sistema rappresenti un caso limite di sorveglianza e controllo, solleva serie preoccupazioni riguardo alla libertà individuale e alla possibile creazione di una società basata sulla conformità piuttosto che sulla cittadinanza attiva. Quando però si parla di passaporto vaccinale, di smart city (o città in 15 minuti), di livelli di consumo di Co2, è chiaro che si sta andando verso la perversione del modello di controllo sperimentato in Cina.

Emanuele Cerquiglini, scrittore

Critichi la scuola. Perché? Cosa cambieresti nell’educazione? Com’è l’educazione si connette con la tecnologia?

La scuola è stata offesa nel giro di alcuni decenni, distrutta in pochi anni. La scuola ha incarnato paradossalmente e da tempo un ruolo importante nella promozione del conformismo. Nell’era del relativismo assoluto, della verità mascherata, della realtà illeggibile o del mondo al contrario, della confusione del pensiero e delle parole urlate, questo fenomeno è solo uno dei numerosi paradossi. Purtroppo, solo un piccolo numero di persone comprende l’importanza di tale paradosso esiziale. La scuola italiana, che un tempo era considerata un esempio di eccellenza a livello internazionale, si è rapidamente sgretolata, non per caso, ma per un disegno deliberato.  È palese che il nostro sistema educativo sta subendo un pneumatico tracollo culturale senza precedenti. Invece di servire da compensazione e presidio contro la diffusa degenerazione sociale e morale, si è impegnato in un continuo perseguimento dell’omologazione travestito da progresso pedagogico. Quindi, è necessario esaminare i fattori che hanno portato a questo deterioramento del sistema educativo e chi è responsabile di ciò. La scuola è stata duramente colpita proprio durante il regime sanitario, imprimendo un’inquietante svolta all’addestramento precoce alla vita in schiavitù. Lo stato democratico si appropria autoritariamente dei suoi giovani sudditi per educarli in modo uniforme e obbediente, imponendo loro l’isolamento fisico e psicologico, un controllo sanitario sempre più stretto e un condizionamento infiltrativo che induce comportamenti e atteggiamenti quasi rituali. L’arma vincente è la minaccia di escludere coloro che non si conformano alla comunità e al gruppo dei pari. Tutto ciò si accompagna chiaramente all’annientamento culturale e all’impoverimento sistematico della conoscenza, che sono stati realizzati attraverso la normalizzazione della cosiddetta “scuola digitale” e l’introduzione degli imbarazzanti banchi a rotelle, che sono stati un modo subdolo e surrettizio per consolidare questo modello approfittandosi anche della bolla temporale di demenza sociale causata dal martellamento propagandistico del terrore durante il circo degli orrori pandemico. L’attacco sistematico alla formazione classica umanistica, rea di spingere le giovani menti all’indagine sull’uomo, la sua natura, il suo passato, la sua spiritualità, la sua vocazione e il suo destino, dimostra che stanno liquidando gli strumenti che avrebbero potuto fornire una consapevolezza nei giovani, considerata, oggi, eccessiva e quindi pericolosa. Drammatico è constatare l’incontrastato repertorio dogmatico che sta inquinando la nostra scuola dopo essere stato incorporato nel contenitore dell’educazione civica. In poche parole, questo contenitore è colmo di retorica mondialista che viene utilizzata per ingannare un gran numero di persone che saranno presto povere e obbedienti, prive di radici, storia e vera formazione umana. Non a caso, nel prossimo futuro saremo chiamati tutti, per primi i genitori, a osservare attentamente l’imminente rischio di inserimento di una nuova materia: “diritto sessuale all’interno delle scuole”, che fa parte degli standard delle linee guida previsti dall’ OMS, che verranno presentati all’interno delle scuole. ancora più grave, è che progettano di inserire nelle scuole questa materia già da zero a quattro anni, nelle materne e negli asili, con evidenti approfondimenti negli anni a seguire. Il documento sul quale si base la nuova materia considera il bambino portare di un diritto sessuale inviolabile e inalienabile. Voler instillare simili idee nelle menti di un bambino palesa il rischio di una spietata manipolazione. Solo una mente debole può ritenere che un bambino, nella prima infanzia, nel suo mondo magico, possa avere pensieri concretamente maliziosi finalizzati alla necessità di una espressione sessuale finalizzata a sviluppare così irrimediabilmente presto l’appagamento di un piacere sessuale imposto attraverso diverse skills di insegnamento sulla masturbazione (da zero a quattro anni). Mi vengono i brividi solo a pensarlo.

Sei anche esperto in esoterismo. Nel tuo libro “Stregonica: erbe, oli e candele. Dalla tradizione magica popolare fino all’Hoodoo folk magic” racconti cose davvero misteriose che sanno pochi. Dove nasce l’interesse per questo tema? Esiste ancora la stregoneria?

Il mio interesse per le tematiche esoteriche e occulte mi accompagna dall’adolescenza e questo interesse non è certo calato negli anni. I non addetti ai lavori non si rendono conto minimamente della quantità di volumi che ha offerto la sola Tradizione Esoterica Occidentale e quanto l’esoterismo sia stato fondamentale nella crescita umana. Anche quello dell’occultismo è un mondo vasto di conoscenza millenaria, che non può essere certo banalizzato come qualche giullare profondamente ignorante è solito fare in TV per assicurarsi di sembrare intelligente; ma tra sembrare ed essere, la differenza è incommensurabile. Basta pensare alle difficoltà che incontrò il prof. Ernesto De Martino per essere accettato nel mondo accademico per capire come certe tematiche che toccano sfere di studio disparate, ma parallele – dalla filosofia all’antropologia, passando per la sociologia, la storia e lo studio delle religioni-, siano state volutamente sminuite e tenute in vita dalla costante ricerca di una minoranza di studiosi, ricercatori e talvolta praticanti. La stregoneria, come la magia, esistono ancora e oserei dire che l’interesse verso certe tematiche sta aumentando negli ultimi anni. Certe pratiche, che nascono dalla notte dei tempi, può subirle solo chi non le conosce, illudendosi magari che non esistano. Di questi argomenti, la parte per me più interessante, è quella delle contaminazioni culturali, dove emerge che una Tradizione pur acquisendone altre, resiste solo se mantiene la purezza iniziale. Ogni affluente che si aggiunge ad una Tradizione, deve essere, quindi, incontaminato per armonizzarsi con il corso principale che ha deciso di accompagnare, forse anche solo per non scomparire.

Viaggiando tra i temi di filosofia politica, tecnologia, stregoneria sei arrivato nei tuoi scritti anche all’essenza della felicità. Nel libro “Odissea mindfulness: un viaggio nel silenzio e nelle serenità per ritrovare la felicità di vivere” sveli questo secreto. Che cos’è la felicità per te? È facile ritrovarla oggi?

La felicità, per me, non è una destinazione finale o un obiettivo da raggiungere. Piuttosto, è un percorso, una serie di momenti consapevoli che ci permettono di connetterci profondamente con il presente, di apprezzare la bellezza in ogni piccolo dettaglio della nostra esistenza. La felicità è la pace interiore che si raggiunge quando si vive pienamente ogni momento, quando si cerca e si ascolta il silenzio tra i rumori, quando si apprezza la bellezza anche nelle avversità. Non è sempre facile, e ci sono sicuramente sfide lungo il percorso della vita di ognuno di noi, ma con dedizione, pratica e un vero impegno nel viaggio interiore, credo che sia possibile per chiunque ritrovare quella felicità autentica che tanti hanno annegato nelle preoccupazioni di adulti e nel vortice pneumatico del mondo accelerato e di cinica plastica che ci hanno allestito intorno considerandoci individui e non persone.

Tornando all’esoterismo, sta per essere pubblicato “Spiritica: tra fede e frode: eventi sconvolgenti, critiche, controversie e la ricerca della verità nello spiritismo”, questo libro fa parte di una collana che stai creando su temi esoterici ed occulti? Quale è il tuo punto di vista sullo spiritismo?

“Spiritica”, Stregonica” e tra qualche mese “Mantica”, saranno la prima trilogia dedicata ad affrontare argomenti che presto saranno trattati anche in ambito universitario. Presso l’UniCampus HETG di Ginevra, infatti; sorgerà la prima facoltà di Scienze Olistiche in Europa, e ci sarà spazio per indirizzi di studio che fino ad ora avevano trovato spazio solo in master in Nord Europa o nel Regno Unito, dove da settembre sono iniziate le iscrizioni per il Master in “Scienze magiche e occulte”, presso l’Università di Exeter”.  All l’UniCampus HETG offriremo anche lezioni online in italiano e io sarò il responsabile di questa Facoltà che ha l’intento di valorizzare settori molto operanti nella società, ma che spesso non hanno un riscontro in percorsi di studi superiori. È un progetto ambizioso che crescerà negli anni. Sicuramente già da gennaio 2024 saranno presenti gli indirizzi in: “Scienze psichiche”, “Scienze e tecniche Ayurveda”, “Scienze osteopatiche”; “Naturopatia”, “Scienze occulte” e Mater come “Storia dei Sistemi Tradizioni Esoteriche Occidentali”; “Programmazione Neuro Linguista (PNL)” e “Ipnosi”. Non bisogna avere timore di approfondire la storia e l’impatto che certe tematiche hanno avuto sulla società e sulla scienza in tutto il mondo. Svilire certi argomenti, è la dottrina dell’ignorante che crede di sapere tutto; non accorgendosi che per approfondire certi argomenti sia necessario poterli analizzare con professionisti e docenti di diversi settori: storia, letteratura, archeologia, psicologia, antropologia, filosofia, religione e anche teatro. Se qualcuno fosse interessato a questo particolare corso di studi e vuole avere maggiori informazioni, può scrivermi in privato alla mail: e.cerquiglini@unicampushetg.ch. Per quanto riguarda la seconda domanda, il mio punto di vista sullo spiritismo è sia critico che rispettoso, critico perché nella sua storia in troppi sen e sono approfittati per fare soldi alle spalle di persone spesso disperate, rispettoso perché dove la vita incontra l’ignoto, emerge una domanda tanto antica quanto l’umanità stessa: cosa accade dopo la morte? Lo spiritismo è stato il movimento che ha cercato, attraverso una costante sperimentazione e comunicazione, di trovare risposta a questa domanda universale e certamente, al di là del mero scetticismo, sono troppi gli eventi ai quali non è stato possibile ancora oggi dare una risposta. Tutta la critica allo spiritismo si approfitta sempre dei soliti noti casi di ciarlataneria, ma evita di addentrarsi dove non può smentire con tanta facilità. Esperimenti e ricerche come quelle di Allan Kardec, tanto per fare il nome più noto, non possono essere trattati con superficialità. Come esseri umani ci siamo illusi di aver scoperto tutto, ma non è affatto così, quando in realtà ci stiamo fossilizzando nel micro, illudendoci di comprendere il macro.

Emanuele, di cosa tratterà il tuo prossimo libro o forse ti prendi una pausa dallo scrivere e di nuovo ti vedremo in un film o in teatro?

Vorrei dedicarmi a un romanzo: il proseguimento di “Door to Door”, che avevo pensato come una serie di tre libri: Un altro progetto, come avevo accennato in una risposta precedente, è “Mantica”, un saggio a sfondo esoterico e occulto, in modo da completare il lavoro iniziato con “Stregonica” e “Spiritica”, ma prima di affrontarlo potrei dovermi dedicare prima ad un breve saggio sulla comunicazione in politica. Per quanto riguarda cinema e teatro chissà… quella è una porta che lascio sempre aperta, ma a piccole dosi. Mi piacerebbe tornare alla regia, questo sì.

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