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I manganelli tra libertà di manifestazione e repressione

Ho un atteggiamento equidistante sui fatti di Pisa dove la Celere ha preso a manganellate – si dice – minorenni.

Tale fatto ha suscitato indignazione non indifferente soprattutto a sinistra dove si è gridato alla Polizia fascista e tante belle amenità.

Su tutti il nostro presidente della Repubblica Mattarella che ha decretato che l’uso dei manganelli è un fallimento dello Stato e con i sinistri che lo amano definire il “mio Presidente”.

Sinceramente è anche il mio pur nei limiti politici di non equidistanza che dovrebbe avere e spiego il perché.

Ora, se la destra sancisce la solidarietà alle forze dell’ordine e la sinistra con gli studenti malmenati, si è davanti a una malafede di fondo di entrambi gli schieramenti in funzione di contrapposizioni di ideali.

Procedo per gradi.

Quando al governo c’era Conte la Celere è intervenuta pesantemente verso i portuali di Trieste e la destra gridava ai quattro venti in merito alla brutalità della Polizia mentre la sinistra – che considerava i portuali fascisti no vax – godeva nell’intervento della polizia stessa.

Adesso è l’esatto contrario, sfociando tutti nel ridicolo.

Ho un’età tale in cui mi ricordo gli anni di piombo e le manganellate erano all’ordine del giorno per cercare di ristabilire qual minimo sindacale di ordine pubblico.

La Celere non è mai andata per il sottile da sempre a motivo del quale gli altri Paesi europei un po’ ce la invidiano.

Mi viene in mente la appassionata difesa di Pier Paolo Pasolini nell’assalto degli studenti (universitari) alla facoltà di architettura a Roma alla Sapienza nel 1968 in cui il profeta citato difese i poliziotti quali figli del sud povero e che cercavano riscatto sociale e alle povertà in una divisa prestigiosa.

E ovviamente Pasolini fu linciato con le parole quando invece fece un’analisi critica e sociale.

Ora è sempre difficile stabilire chi abbia ragione o se il corteo degli studenti – anche se ragazzini – siano andati fuori dal seminato, ma certo è che se la Polizia abbia “caricato” significa che la situazione stava degenerando.

Per meglio dire: a uno della mia generazione se un poliziotto avesse detto vai indietro e non passare da qui, avrei girato i tacchi e cambiato strada.

Invece insistere significa creare il casus belli in cui la Polizia è caduta con vistosa coglioneria.

E con furenti manganellate.

Quindi Mattarella ha ragione, ma ne ha un po’ meno quando la stessa frase non la ebbe a dire a proposito dei portuali di Trieste citati.

In pratica manganellate di seria A e di serie B.

In cuor mio ritengo sempre che prendere a manganellate i manifestanti non è mai un buon segno, ma questo non mi fa stare sulla palle la Polizia che fa il suo mestiere e spiego il perché.

L’uso della Forza da parte delle forze dell’ordine deve essere sempre l’ultima risorsa e non la prima e cioè quando ci sia una reale situazione di pericolo di ordine pubblico.

In realtà la carica è stata fatta per la disobbedienza da parte dei manifestanti che si volevano avvicinare alla Sinagoga Ebraica nonostante il divieto dato dal Prefetto durante la manifestazione pro Palestina.

Quindi una reazione ad un atto di disubbidienza e non di pericolo?

Non lo so e vedremo cosa farà la magistratura, ma certo è che in uno Stato di diritto come in linea astratta dovrebbe essere il nostro che si arrivi all’uso della forza in maniera spropositata rispetto al pericolo imminente, non mi trova d’accordo laddove la nostra Costituzione all’articolo 17 garantisce questo sacrosanto diritto: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”.

Ma c’è anche l’art.18 del Testo unico leggi di pubblica sicurezza emanato nel 1931 che fa divieto di manifestazioni se non dato l’ok dal Prefetto che in genere decide non tanto per l’eventuale pericolosità sociale della manifestazione, quanto perché magari di cattivo umore perché ha litigato con la moglie che aveva mal di testa.

Quindi la sbandierata pericolosità sociale che la sinistra dice che non c’è stata – da verificare – a Pisa perché ragazzini, non vale più quando si è trattato di manganellare i portuali di Trieste o le mancate manganellate verso i ragazzi che hanno commemorato la strage di Acca Larentia a Roma tempo fa, quella sì manifestazione pacifica ma un po’ retrò.

Se fossi un celerino io, senza tante seghe, manganellerei tutti perché non è mio compito stabilire se una manifestazione sia pericolosa o meno perché c’è una linea di comando in poltrona in Questura e non sul posto che dà gli ordini.

Sarebbe il caso che tutti studiassero la Costituzione, non sia mai …

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