Sappiamo tutti che tra poco ci saranno le elezioni amministrative locali e le europee se non altro perché abbiamo già l’orchite.
Sui social è tutto un susseguirsi di proclami che il più delle volte sfociano nell’esilarante se non ci fosse la terribile presa d’atto che spesso ci sono persone impresentabili ed altre che, pur facendolo, ritengono di avere il rimedio per tutti i mali, soprattutto se si tratta di amministrative locali.
In linea astratta la politica è una cosa seria, ma dopo Tangentopoli nei lontani anni ‘90 ci si è accorti che in molti si sono sentiti più incorruttibili di quei politici che venivano arrestati quotidianamente e facendo, il più delle volte, confusione a livello ideologico e avendo, in cuor loro, la intima speranza di trovare altra occupazione remunerativa senza grandi sacrifici.
Tralascio volutamente l’analisi della scelta dei candidati locali perché i più sono a me sconosciuti e quindi non ho il diritto di criticare le loro scelte anche se – di qualcuno – ho dubbi sulla tenuta intellettiva che rischia di accavallarsi con un malcelato e contraddittorio senso di appartenenza alla destra o alla sinistra che invece, se si studiano i grandi pensatori e filosofi di riferimento, poco hanno da spartire con alcuni dei candidati stessi.
Spesso vengono proposte persone acchiappa voti per lo schieramento politico di riferimento in una operazione che è solo di vile marketing politico perché poi – alla resa dei fatti – se eletti rimangono in un limbo che ne svilisce la missione che dovrebbero compiere in funzione del cittadino che l’ha votato.
Ma a livello nazionale il problema è ben più vasto perché se alle amministrative si presenta Peppe di Montelaguardia di Perugia (nome di fantasia, ndr) che pochi conoscono se non per le fesserie che pubblica sui social, dall’altra i grandi nomi che imperversano sui quotidiani nazionali sono conosciuti e quindi ora ammirati ora odiati.
E credendoli di conoscerli quando ciò non è assolutamente possibile laddove si può fare solo un’analisi dei loro proclami che, personalmente, mi fanno accarezzare l’idea di non votare per non essere complice di un partito che presenta persone che sono anni luce sul mio concetto di ideale e di politica indipendentemente da quella che ho.
Ad esempio la Lega che presenta il generale Vannacci.
Assurto a gloria eterna per la campagna di ostracismo morale e politico svolta dalla sinistra grazie al libro Il mondo al contrario dove si leggono considerazioni da bar di periferia e non dell’Appennino dove gli utenti sono ben più cazzuti,per alcune frasi viene ad essere considerato l’alfiere di una destra quando in realtà è solo un populista che emana proclami che una parte del popolo vuole sentirsi dire, ma sino a quando si accorge che invece ha uscite ideologiche fanno rabbrividire.
Tipo quella di classi scolastiche differenziate per alunni “normali” e per disabili.
E personalmente sono inorridito dato che il sistema scolastico e di minori un po’ ne mastico.
Una persona che abbia un minimo di buon senso avrebbe auspicato, invece, la maggior inclusione di questo bimbi con difficoltà e sostegno alle famiglie con programmi mirati e potenziamento delle insegnanti di sostegno e non il contrario come auspicato da Vannacci e segno inequivocabile che dimostra una certa somaraggine nella conoscenza della ideologia di una sana destra sociale che tutela tutti i cittadini con programmi logistici diversi della sinistra, ma avendo con la stessa gli stessi intenti programmatici.
Dimostrando anche di non avere una benché minima sensibilità che fa scalpore.
Ma non è solo Vannacci perché a sinistra candidano Ilaria Salis, quella in carcere in catene in Ungheria perché avrebbe il vizio di prendere a sprangate gli avversari politici come ha fatto in Italia con ben 4 condanne penali e 29 denunce.
E paladina di una sinistra antifascista quando sembrerebbe più fascista – nei modi brutali e squadristi – dell’idea combattuta e avversata per le vie brevi.
Una maestra tra l’altro, a motivo del quale non si immagina che metodo di insegnamento possa avere verso i suoi alunni se in lei non c’è una benché minima remora a passare alle vie di fatto dimostrando ulteriormente la carenza di equilibrio interiore.
Ma d’altronde anche la sinistra elitaria ha sempre avuto un benevolo occhio di riguardo verso i sinistri che hanno fatto della provocazione e dell’intolleranza politica il loro mantra per avere visibilità.
Un personaggio come Erri De Luca, scrittore, che ha foto sorridente con l’ex terrorista delle Brigate Rosse Barbara Balzerani è offensivo verso tutti quei familiari che hanno avuto un congiunto ucciso da tale organizzazione terroristica.
Ora tralascio quale sarebbe la reazione se uno scrittore di destra come Marcello Veneziani si fosse fatto una foto con il terrorista ergastolano Giusva Fioravanti, ma certo è che la questione morale sollevata da Berlinguer tanti anni fa sulla presunta, ma immotivata superiorità intellettuale e morale della sinistra è stata clamorosamente smentita, nei fatti concludenti, avanti a scelte che comportano inevitabilmente la perdita di elettori – seri e con rigore morale – che ritengono inaccettabile la proposizione di alcuni personaggi che sono distanti anni luce con il vivere quotidiano delle categorie meno fortunate.
Vallo a spiegare ad un operaio o un manovale che chi delinque ha più successo di chi si fa un mazzo tanto per tirare a campare e ciò sancisce il fallimento di un ideale tradito ad ogni proclama dei neo ricchi di sinistra
Di converso, i potenziali elettori di destra o gli indecisi, quelli che hanno in Evola, Guenon e Scaligero i loro riferimenti storici, in Vannacci trovano la summa di un modo di fare politica in maniera rozza e approssimativa che svilisce l’essere di una destra illuminata che, invece, risulta fulminata sulla via elettorale di Damasco .
Rifugiarsi nel bosco, sosteneva Ernst Junger ne Il trattato del ribelle, rimane l’unica via di scampo per l’elettore che non si piega a questo mercato dei voti che decreta il fallimento di un sistema e andando a votare il meno peggio, non il meglio.