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“Con il pericolo fascismo avete rotto”, Daniele Capezzone sulla libertà di pensiero ed espressione

Cari compagni ci avete rotto, oltreché la constatazione di una grande verità, è il sottotitolo dell’ultima opera di Daniele Capezzone, direttore editoriale del giornale Libero.

Sempre fedele al suo stile vivace e pungente, l’autore riporta dettagliatamente le idee elettorali della sinistra, che convergono ormai anche in quelle politiche, criticando di riflesso una intera categoria politica che ha smesso di fare politica per inseguire solo la propaganda e un facile consenso, ovvero fare di tutto affinché in Italia non torni, pericoloso e sempre vivo, “pericolo fascismo”. Cosa che si discosta molto dalla realtà, in quanto questo pericolo mai c’è stato, ma esiste solo nelle menti dei nuovi “party-giani”, come li definisce l’autore stesso, con non taciuta ironia.

Questa disamina attenta della particolare situazione che vive la sinistra italiana è ben spiegata proprio nel primo capitolo che riporta i punti fondamentali delle campagne elettorali di sinistra basate integralmente sull’individuare il cattivone di turno e istruire il popolo italiano sul perché non debba votarlo. Si inizia con Berlusconi, si passa a Salvini e in alcuni momenti anche il Movimento Cinque Stelle fino ad arrivare alla Meloni, sempre alla ricerca di fantomatici fascisti, che però risultano non pervenuti, probabilmente andati tutti a colonizzare Marte.

Dopo queste precisazioni necessarie Capezzone riporta dei casi di cronaca, ormai noti, il primo è quello del La Sapienza, dove l’autore del libro, invitato a parlare a un convegno di Azione Universitaria Sapienza, venne contestato dai collettivi, al grido di “Fuori i fascisti dall’università”, e che tentarono di forzare il cordone di sicurezza della Polizia di Stato per impedire lo svolgimento del convegno, non riuscendovi. Dopo questa violenta manifestazione di sinistra, ci si chiederà quanti hanno solidarizzato con gli aggrediti, ovvero Capezzone e i giovani di Azione Universitaria? In realtà si contano sulla punta delle dita, mentre si perde quello di chi ha difeso i violenti dell’estrema sinistra. La narrazione poi prosegue con l’altro caso, quello del liceo Michelangiolo di Firenze, anche questo descritto come la prova del ritorno della violenza squadrista, quando in realtà la situazione è più complessa della semplice banalizzazione fatta da certi intellettuali.

Nel libro poi è possibile trovare una serie di consigli, sempre attuali, ma molte volte poco seguiti dalla classe dirigente, che l’autore propone alla politica italiana, andando a punzecchiare tanto il centrosinistra quanto il centrodestra per non cadere nelle solite trappole cinesi e lasciare perdere battaglie storiche per inseguire il potere, puntualizzando su come ormai il senso della politica sembri, o meglio sia, svilito e la fiducia dell’elettore non sia così solida come un tempo, in quanto si pensa solo agli slogan e mai a proposte serie e concrete.

Arrivati a questo punto non vogliamo scrivere altro perché sta a voi comprare il libro e leggerlo. Lo potete trovare, edito da Piemme, in tutte le librerie e su tutti i rivenditori online.

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