Tale nome evoca in ognuno di noi la sopravvenienza di due dimensioni: da un lato i giochi – appunto – olimpici e dall’altro la omonima città nel Peloponneso in Grecia, poco distante e a sud di Patrasso.
Di queste olimpiadi francesi si parla di tutto fuorché dei risultati sportivi e tutto è cominciato con l’inaugurazione che ha suscitato un vespaio di polemiche tra chi vedeva una pessima parodia dell’ultima cena, chi la parodia del banchetto di Dioniso e infine chi ha visto il trionfo commerciale dell’ideologia gender.
Ovviamente anche in Italia ci si è spaccati in due con la destra che ha tuonato contro tale similitudine e la sinistra che ha ovviamente detto fascista alla destra che criticava questa forma di arte buzzurra.
Ora, nulla di tutto questo perché gli italiani – quello meno politicizzati – sono amanti delle cose belle e hanno visto nella rappresentazione della parodia un kitsch pauroso da far rabbrividire anche i protagonisti delle serie TV Gomorra.
perché in realtà si è rimasti offesi visivamente non tanto per la supposta parodia, quanto per la convinzione cronica e spocchiosa tipica dei francesi che questa roba orribile potesse piacere a noantri che abbiamo come cromosomi lo spirito rinascimentale.
Non sto qui a rammentare anche che il Villaggio Olimpico lascia a desiderare per carenza di aria condizionata (mi domando che servano a fare le centrali nucleari in Francia) e gli atleti schiattano oppure della Senna inquinata, ma rimane indubbio che queste Olimpiadi francesi rimarranno nell’immaginario collettivo non per le prove sportive quanto per le polemiche su ogni argomento stante la circostanza che volevano stupire e ci sono riusciti ma malamente.
A me quello che interessa è la questione pugilistica e il confronto tra l’algerina e l’italiana con l’ennesima spaccatura tra destra e sinistra in funzione dell’attacco all’altro.
Ora, se la destra afferma che sul ring sia salito un uomo che ha picchiato una donna, si rasenta il folclore sansepolcrista funzionale alla tutela dell’italiana che – per me – non ha fatto una bella figura nel momento che, al primo vero cazzotto, ha abbandonato dicendo che aveva avuto dolore.
Da quel che so io, il pugilato è uno sport di combattimento e lo scopo è mandare al tappeto per ko l’avversario con un pugno e non con un mazzo di fiori e la frase dell’Italiana l’ha fatta coprire di ridicolo agli occhi un po’ più esperti di sport di contatto.
A ciò’ si aggiunga che in Italia siamo diventati tutti genetisti, ora per difendere l’algerina ora per attaccarla sulla base di sigle incomprensibili sui cromosomi.
Il mio ragionamento, sul punto, è altro.
Se fosse transgender, bisex, inter sex , lesbica o dir si voglia, nell’Islam la cosa non sarebbe vista di buon occhio per usare un eufemismo e quindi, il fatto che sia stata “accatastata” nella federazione di riferimento come donna nel suo paese islamico significa che questo problema XX -XY-YYvattelappesca non è esistito.
Problema invece nella cattolicissima Italia che crede nelle Sacre Scritture a corrente alternata.
Il problema quindi è altro. Se la destra mira all’individuo, la sinistra mira al collettivo con posizioni distanti in maniera siderale.
Ma nel mio immaginario politico di una sana destra che ha in Evola, Guenon, Scaligero e in Steiner la punta di diamante dello spirito eroico di un individuo, avrebbe dovuto essere più guardinga a censurare la ragazza magrebina in funzione di un patriottismo da bar dello sport.
Perché se ha valore l’essenza di un individuo al fine di tutelarlo anche nelle Sue fragilità a mezzo di una iniziazione spirituale per fare ritorno alla tradizione primordiale, nei confronti dell’algerina tutto ciò non è stato fatto e decretandone una umiliazione mal digeribile come persona, non come donna.
E questa mancanza di sensibilità che svilisce i pensatori esoterici di cui si riempiono la bocca in tanti senza sapere di cosa si tratti se non per entrare nella massoneria.
Di converso la stessa ragazza magrebina si è trovata al centro anche del mondo di sinistra che auspica il genere fluido e le sigle come LGBTQ+ come valore aggiunto quando invece non è così semplice.
A nessuno è venuto in mente che si parlava di una persona umiliata e offesa per lotte politiche che non portano a nulla se non a pochi voti in più e non immedesimandosi nel travaglio interiore che la stessa ragazza ha da sempre nell’essere una persona con cromosomi ibridi che le sconquassano l’esistenza.
È stata più forte la voglia di cattiveria che la compassione verso chi non ha una vita facile e decretando il fallimento della vecchia concezione di noi italiani come tutt’anima e core e svilendo l’aforisma di Ennio Flaiano che gli italiani sono bravissimi a correre in soccorso del vincitore.
Non ha vinto l’algerina e nemmeno l’italiana ed è stata sconfitta solo la sensibilità verso chi ha un cromosoma sbagliato e poche tette.
Perché se fosse stata caruccia e con la quarta di seno, all’XX, XY, YX non sarebbe fregato nulla a nessuno, abituati comunque alle vecchie nuotatrici della DDR (la vecchia Germania dell’Est comunista) in confronto delle quali l’algerina è Monica Bellucci.
Ma non si fiatava perché la sinistra non rompeva sul mondo LGBTQ+ anche per pubblicizzare un panettone come accade adesso.
Non è cambiata la sensibilità ma le esigenze di mercato a motivo del quale meritiamo l’estinzione.