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Intraprendenza e determinazione, il percorso della stupenda “Miss Umbria” Cecilia Levita

La bellissima Cecilia Levita è nata da una famiglia di artisti ma trae ispirazione nel campo della moda dai nonni. Vive in Umbria ma ha origini partenopee. La bellissima fotomodella nel 2022 vinse il concorso di bellezza “Miss Umbria” diventando cosi l’ambasciatrice. Cecilia, che studia Filosofia e Scienze tecniche psicologiche racconta le sue esperienze.

Anzitutto, come è nata la tua passione per la moda?

“È stato estremamente semplice coltivare la passione per la moda, perché la mia infanzia l’ho trascorsa in una sartoria. Mio nonno paterno è stato un sarto, e in tempi in cui ancora non esistevano parole come Fashion Designer, Stylist, Cool hunter, Concept, Trend, Outfit, Tendenze etc… Il nonno Ciccio e la nonna Titta erano gli antecedenti di tutte queste figure. Vedevo le stoffe e i fili colorati che si cucivano tra le loro mani. Ogni persona arrivava, la misuravano con il metro, ascoltavano le richieste, cercavano i materiali e poi cucivano. Loro eseguivano il modello preciso e dopo qualche settimana, il capo di tendenza era pronto, realizzato artigianalmente e dettagliatamente. Quindi l’amore per la moda è come un’arte già affermata tra le vicende familiari. Ma il settore moda è anche il fiore all’occhiello del Made in Italy, da sempre un biglietto da visita universalmente riconosciuto. È un mondo in continua evoluzione, in equilibrio tra ricerca ed innovazione. Pertanto se ci guardiamo intorno possiamo sentirci parte naturalmente di esso. La passione deve accompagnarsi a una formazione specialistica, dai miei nonni ho compreso che bisogna prepararsi e studiare, un talento prima di diventare professione deve confrontarsi per scegliere, al fine di valorizzare le proprie attitudini”. 

Il tuo percorso in questo campo invece com’è iniziato?

“Sembra un percorso già narrato da altri. Il mio inizio è stato un evento fortuito. Un Talent scout mi ha fermato per strada, invitandomi ad iscrivermi ad un concorso. Naturalmente non avevo consapevolezza delle mie possibilità, non mi sentivo abbastanza. Avevo ancora l’apparecchio ai denti, e portavo il busto a causa di una grave scoliosi idiopatica adolescenziale. Ma poi mi sono lasciata andare con leggerezza alla levita’ insita nel gioco. Proprio nella necessità di saper ironizzare anche dei mille difetti che ciascuno ha, per farli diventare unici ed originali. Così tra una passerella e un numero mi sono trovata a sfilare e ad essere notata da un agente importante che mi ha voluto dare la possibilità di iniziare questo percorso, ed istruirmi sui modi ed i comportamenti di una modella professionista”. 

Nel 2022 sei stata Miss Umbria com’è stata  l’esperienza? Te  lo saresti mai aspettato ma soprattutto che tipo d’impegno c’è stato da parte tua?

“Non mi aspettavo di poter essere eletta “Miss Italia Umbria”, arrivando in finale Nazionale tra le 21 ragazze selezionate in tutta l’Italia e diventare ambasciatrice del Concorso. È stata un esperienza rispettosa e leale dei nostri valori. Miss Italia è un concorso importante ed unico nella sua storia che permette di ottimizzare potenzialità al fine di lavorare nell’ ambiente moda, pubblicità, cinema. Un opportunità che sicuramente apre tante nuove sfide, e tanti portoni di un ambiente spesso difficile da raggiungere. La consapevolezza arriva quasi sempre all’improvviso, e quel mettersi alla prova mentre barcolli, vacilli, o ti si apre una voragine sotto ai piedi, ti permette di ridare la giusta posizione alle cose, ti dona una prospettiva altra rispetto a quella delle aspettative narcisistiche, del bisogno egocentrico sentito come un diritto. Ci si mette umilmente a servizio della vita, e del lavoro che arriva dove nella moda si interpreta la richiesta del cliente. E il passo successivo è la libertà. Quella vera. Che ti obbliga alla trasparenza, alla presenza. Ed è l’antidoto più efficace contro la paura. Tantissimi giovani appassionati di moda o del mondo dello spettacolo vorrebbero entrare a contatto con importanti maison, o registi, o produttori ma non conoscono le dinamiche, hanno talento e grinta, ma non sanno da dove iniziare. Con Miss Italia si può iniziare”. 

So inoltre, che la tua famiglia è, appunto, una famiglia di artisti. Cosa puoi dirci?

“La mia famiglia è un Teatro Stabile vivente! Il mio papà è un pittore figurativo incredibile, che fin da bambina mi ha insegnato a stupirmi, a sorprendermi, a guardare “…la bellezza struggente del Creato”. A leggere il mondo Onirico e Surreale capace di guidare la nostra immaginazione. Mentre lui dipinge le sue visioni ascolta la Musica perennemente. Uno dei motivi per cui mi chiamo Cecilia Alma, dalla Santa protettrice della Musica, è proprio perché nelle sue prospettive c’è l’onda perpetua che mi salva, mi profetizza la via. È il ritmo una questione di vibrazioni impercettibili e armoniche. L’affinità con la musica in cui bisogna sapersi riconoscere. E ascoltare. Da mio padre ho appreso che esiste una chimica perfetta del corpo e anche della mente. Il mondo per andare avanti ha bisogno di una specie di tensione evolutiva, di questo ritmo musicale dell’ universo che si trova nella Musica e nella Pittura. Nella pittura di mio padre ho visto l’ anima di ciò che mi circonda…con l’Arte mi sono educata. Il mio bisnonno era musicista. La mamma si è sempre definita saltimbanco e giullare, in realtà ha studiato tecniche di recitazione e scrittura scenica performativa. Con lei ho visto tanti spettacoli, dove ogni racconto teatrale è un altalena del sentimento nei labirinti di ogni persona. Mia sorella minore, dalla rossa chioma è una creatura fatata. Canta e suona l’arpa. Fin dalla tenera età di 5 anni è stata protagonista di spot, cinema e campagne pubblicitarie. Ma soprattutto è divertente, creativa… e burrascosa, una tempesta in ciel sereno. Della mia famiglia ritrovo le radici, ho assorbito il loro vissuto. Non ho le capacità e il talento naturale delle loro doti artistiche, ma so riconoscere la serietà e la disciplina che c’è nel lavoro di un’artista. Mi hanno insegnato ad ispirarmi non solo dalle loro stranezze ma dai personaggi storici che li abitano e mi narrano come Caravaggio o Frida Kahlo o Leonardo Da Vinci ma anche Kantor, o Peter Brook o Grotowski, e Stanislavskij o Michael Nyman o Brian Eno o Morricone”.

Tu studi anche è corretto?

“Certo studio, sono iscritta alla Facoltà di Filosofia e Scienze Tecniche Psicologiche. A breve termino la Triennale. Sono interessata all’ essere umano e spero di poterlo celebrare in ogni sua differenza. Analizzarne i caratteri, le reazioni, gli istinti, la volontà, aiutandomi con la filosofia come principio leggibile dell’origine delle cose, mi auguro di trovarne i valori per tentare di agire nei comportamenti umani per migliorarci”. 

A cosa aspiri effettivamente e quali sono i tuoi obiettivi?

“I miei obbiettivi sono di Laurearmi e prendere il meglio dal mistero di questa esistenza. Gestire il tempo, cercando di preservarlo. A tal proposito cito Schopenhauer nei suoi appunti – il tempo– è ciò in cui tutto ciò che vi si trova, dopo che ha scambiato un istante indivisibile (presente) con la parvenza di un’esistenza, diventa completo nulla (passato). E non che celi questa nullità dietro un’artificiosa parvenza per ingannarci. Vorrei utilizzare bene il mio “tempo” grazie alla libertà che posseggo per aiutare anche altre persone che non hanno avuto tale privilegio”. 

Quando instauri una collaborazione cosa ti aspetti dall’altro lato?

“Quando instauro una collaborazione mi aspetto dall ‘altro: Emozioni. Un mondo dove nessuno si salva da solo, un progetto dove le nostre paure e le nostre insicurezze si affrontano, anche con il rischio di sbagliare, dove si cerca di superare un limite, dove ci possa essere una ricerca artistica precisa. Magari proprio con la responsabilità di poter commettere un errore, ma dagli errori si può apprendere la lezione della nostra quotidiana precarietà. Si chiama Vita. Limita la nostra umana prepotenza. Ho sempre pensato che se nella vita ti capita di incontrare la persona giusta a quel punto la strada diventa più ardua, perché, per quanto una persona possa accontentarsi di ciò che la vita gli riserva, ciò non toglie che nel profondo avvertirà sempre una spinta a risalire la corrente e buttarsi anima e corpo nella ricerca di qualcosa d’altro. Le anime affini esistono. Si chiamano, si rincorrono, si cercano, e la loro ricerca reciproca è qualcosa di talmente naturale che non si avverte mai tensione. Semmai è una questione di vibrazioni impercettibili e armoniche. costantemente messi alla prova, distrutti e ricostruiti. Quindi desidero collaborare con visionari rari”. 

Dell’Umbria cosa puoi dirci si tratta di una realtà proficua per la moda?

“L’Umbria è una realtà proficua per la moda, la sua storia si articola da Luisa Spagnoli a Brunello Cucinelli. È ricca di industrie specifiche per la realizzazione di cashmere o tessuti biologici utilizzati dai grandi brand. Si organizzano eventi di moda, ma naturalmente sono altre le regioni di levatura, come la Lombardia. È una Regione dove il paesaggio riflessivo ti suggerisce la pace. Ma interagisce con la capacità culturale dei suoi Festival storici: da Umbria Jazz, al Festival dei Due Mondi, al Todi Festival, alle rievocazioni storiche che innescano sartoria eccellente per i costumi al Top, come la Giostra Rinascimentale della Quintana o le Rievocazione di Gualdo Tadino de i “Giochi de le porte”, dedicata a San Giorgio e di cui sono stata anche madrina dell’ultima edizione, o le Gaite medievali a Bevagna… Posso dirvi di questa regione che è fiera e solenne, mistica e sacra, ironica e laica come Jacopone da Todi o San Francesco o Aldo Capitini… I suoi colori la rendono speciale. Le colline ti abbracciano tra corsi di acqua limpida e fitte foreste, i borghi scenografici ti suggeriscono nuovi percorsi. Un luogo eterno per vivere processi di guarigione spirituali e procedere nel cammino su sentieri inaspettati”. 

Ma tu hai anche origini partenopee e Napoli è tra i tuoi progetti?

“Ho origine Partenopea. Sono nata a Torre del Greco, accanto alla Villa delle Ginestre in compagnia dei versi dell’ infinito di Leopardi che mi rammentano la mia umile misera condizione, e mi accompagnano nella poesia. I miei progetti a Napoli sono Tellurici come la città dove i sensi si accendono. Napoli è Amore. Nell’amore non esiste nessun equilibrio perfetto, nessuna via di mezzo. Esiste la verità o la menzogna. Bisogna solo allenare gli occhi, perché spesso la menzogna calza perfettamente gli abiti della verità. L’amore, quello vero, è roba per coraggiosi. E’ solo per chi sa aspettare. E sono davvero pochi quelli capaci di accorgersi che sotto un fuoco spento, a volte, restano braci incandescenti. La Campania Felix ha risorse spettacolari tra rocce e mare. Napoli è incantesimo di contraddizioni e può rapire il cuore. Il dialetto è una lingua segreta e rivelatrice. La città è magica come il Canto della Sirena Partenope e solo quando ti sei perso dentro la sua voragine possiedi gli strumenti per perdonare il male del mondo e ringraziare per l’energia che si genera nello Spazio  Infinito “.

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