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Lo snobismo di Antonello Venditti e di una sinistra che odia la povertà

È un cantante che non mi garba al pari di tanti altri de noantri dal momento che, a livello italiano, salvo Lucio Battisti, Renato Zero e Zucchero.

Questo non perché non mi stia simpatico emotivamente, ma quanto derivante dal fatto che dopo la hit Roma capoccia non ha saputo esprimere, secondo me, altre canzoni che rimangano impresse nel nostro ricordo.

È della scuola romana al pari di Francesco De Gregori, altro simpaticone.

Nulla a che vedere con la scuola genovese di De Andrè e Bruno Lauzi.

Il tinto Venditti è tornato agli onori della cronaca in questi giorni laddove ha trattato da schifo una sua fan che poi si è scoperto che è portatrice di disabilità e si è scatenato il putiferio sui social che sancirà il tramonto definitivo di tale cantautore.

Ora, è pacifico che chi più chi meno facciamo cappelle comportamentali, a volte volontarie e a volte no, ma il problema rimane se poi ce ne accorgiamo e sappiamo fare ammenda.

E il termine cappelle, tipicamente folignate, sta a significare una gaffe madornale.

Fosse successo a me mi sarei ritirato in un monastero tibetano, in pratica nel sellanese dove c’è il famigerato ponte.

Lui invece no e ha mantenuto – da quel che appare – il punto.

Il problema nasce, secondo me, da una apparente sensibilità di facciata da parte dei sinistri paesani laddove a parole parlano di tutele dei fragili e poi, quando ci si devono interfacciare, ne rimango quasi schifati respingendoli.

Sono i cosiddetti radical chic con il cuore a sinistra e portafogli a destra che ammantano tutto di un buonismo stucchevole che poi cozza appena hanno di fronte una persona umile.

Per me è più consono dire che sono persone snob che fanno proclami politici di tutele quando in realtà se incontrano un nero lo scansano o lo hanno visto solo in foto.

È la questione morale sollevata tanto tempo fa da Berlinguer sulla asserita superiorità morale della sinistra facendolo risultare un profeta inascoltato a pari del compianto Pier Paolo Pasolini.

Perché non basta apparire sensibili verso chi ha difficoltà, ma essere empatici verso di loro per non creare quello scollamento comportamentale che segna la debacle della nostra sinistra al caviale.

E facendoci rimpiangere i comunisti di vecchio stampo o un personaggio come Luciano Lama.

Il valore del denaro sta creando una nuova classe neo borghese o direttamente di upper class che globalizza tutto verso il basso e facendo assurgere la moneta come nuovo totem al posto di Cristo in croce, nuova classe di burini arricchiti.

Ma d’altronde la deriva consumistica sta prendendo il sopravvento e svilendo la riflessione e la spiritualità dal momento che si è rivoltato il mondo in senso negativo con una nuova lotta di classe dove la sinistra ricca combatte gli analfabeti di ritorno che votano a destra perché non hanno studiato e mandano a farsi benedire il diritto allo studio auspicato da Gramsci nelle Sue lettere dal carcere.

Così ci ritroviamo un Venditti o un Oliviero Toscani, il famoso fotografo, che – da sinistra – si sono proclamati i tutori di certe categorie che conoscono solo sulla carta stampata dall’alto dei loro imperi economici che sono lontani anni luce dalle categorie che dicono di voler tutelare.

In realtà hanno pena verso di loro sino a quando non rompono le palle.

Ne consegue, in questa ascesa verso il nulla della sinistra, la stessa che è a favore dell’eolico o delle auto elettriche, che si hanno di fronte persone che tuonano contro il ritorno al fascismo dell’attuale governo emettendo proclami dai loro castelli dorati a Capalbio o a Capri dove Lenin trascorse le sue vacanze nel 1910 o indossando maglioni di cachemire come Bertinotti, quando in realtà tutto serve per rimanere a galla su un mercato che invece comincia a capire che si è avanti a comportamenti non in linea con il credo politico e facendo la figura dei cretini.

E il popolo se ne sta accorgendo e che trova nella Schlein la massima espressione di questo scollamento che sta convogliando non più i voti delle classi umili che si sentono giustamente tradite, ma delle persone che hanno un reddito alto e sono assai scolarizzate e che ha tramutato il PD non più come partito dei lavoratori, ma dei ricchi e fa già ridere così.

Mi viene quindi in mente cosa abbiano studiato a fare se poi i risultati sono la perdita di umanità e di coerenza comportamentale verso chi è meno fortunato.

Aveva ragione il mio Pier Paolo Pasolini: “Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone”.

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