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Il paradigma pacifista del Pd

Prima di addentrarmi nell’analisi politica del Pd e di tutta la sinistra, sottolineo che ho fatto mio il credo di don Primo Mazzolari “non guardo a destra, non guardo a sinistra, ma guardo in alto”.

Questo per far intendere che attaccando il Pd sull’argomento che sto per affrontare, non significa che sono fascista perché sono andato oltre.

Il paradigma del Pd verso il basso che ha svilito i grandi pensatori e teorici marxisti da Gramsci ad Amendola e passando per i fratelli Rosselli, è sotto gli occhi di tutti, laddove si può affermare – senza ombra di dubbio – che da partito leader dei lavoratori e degli oppressi, minoranze comprese, è assurto all’olimpo neoliberista perché sono cambiati gli elettori di tale partito.

Fino a trenta anni fa gli operai e i figli di operai votavano il vecchio PCI e etichettavano come fascisti i professionisti e i loro figli (me compreso quindi) rivendicando il diritto allo studio come bene primario.

Oggi accade il contrario con i professionisti che votano il Pd e gli operai che votano a destra e venendo accusati dai primi di analfabetismo in considerazione che sono di destra perché non hanno studiato.

D’altronde si è passati da Berlinguer alla Schlein e da Luciano Lama a Landini, mentre a destra da Almirante alla Meloni.

Fatte queste digressioni, mi vengono in mente gli apostoli della non violenza assurgendo ad eroi del pacifismo personaggi come Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze, e il nostro Aldo Capitini, promotore della marcia della Pace che si terrà tra poco.

Ora i miei compatrioti, storicamente tifosi faziosi, si sono sempre appropriati di personaggi e ricorrenze al fine politico perseguito come ad esempio il 25 aprile che è la festa centrale per la sinistra mentre il 4 novembre è la festa principale della destra e ciò accade anche per i personaggi che diventano paladini della propria parte politica.

In forza di ciò Capitini – anti dittatoriale per eccellenza – è diventato un cult della sinistra aristocratica umbra e la marcia della Pace è diventata una manifestazione per la sinistra nostrana per riaffermare alcuni diritti secondo la stessa calpestati e gridare come sempre al pericolo del fascismo attualmente personificato dal governo Meloni.

Niente, fa già ridere così per due ragioni: la prima è che se ci fosse veramente questo pericolo fascista la manifestazione verrebbe vietata o manganellati i partecipanti e la seconda che la Meloni – perché atlantista e sostanzialmente europeista – sta al fascismo come il sottoscritto all’Islam.

Detto ciò le varie marce della Pace, in cui i partecipanti spesso sono la rappresentazione della borghesia intellettuale non operaia, si sono sempre adoperate per chiedere la pace nel mondo e la cessazione delle ostilità sia a Gaza – con toni antisemiti – sia in Ucraina.

Fin qui nulla di strano se non nei toni usati contro gli israeliani che rimandano ad una deriva orribile di ottanta anni fa e che si sta ripetendo con la caccia all’ebreo anche se non gli sparano alla nuca.

Quello che mi fa personalmente ridere è lo scollamento comportamentale della sinistra attuale in merito alla questione ucraina.

L’Europa nei giorni scorsi ha votato l’autorizzazione di invio di armi occidentali all’Ucraina da usare nel territorio russo e ha votato a favore di questa risoluzione anche il Pd compatto con l’astensione dell’europarlamentare Cecilia Strada, la figlia di Gino, fondatore di Emergency.

Sono gli stessi personaggi che fanno parte di quella congregazione politica di sinistra che poi sfilerà nella marcia della Pace Perugia-Assisi e sentendosi anche nel giusto.

Ora, anche se Prezzolini affermava che la coerenza è la virtù degli imbecilli, risulta a me evidente che il Pd sta alla coerenza come Gianluca Vacchi alla sobrietà risultando il tutto come l’ennesimo scollamento tra l’ideale, il parlato e perfino il votato.

Questo comporta inevitabilmente un ulteriore allontanamento del Pd dagli umori del popolo che ha avuto il suo incipit durante la pandemia Covid-19 in cui auspicava il licenziamento dei lavoratori – a mezzo di quel fulmine di Landini – se non si fossero vaccinati.

La conseguenza è il tradimento a tutto tondo dei grandi ideali che erano il fulcro di una sinistra fatta di operai e braccianti a favore di una neo borghesia radical chic che ha a cuore solo una questione: il suo portafoglio.

Sostanzialmente aveva ragione Pier Paolo Pasolini: “Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone”.

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