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Festival della medicina integrat(iv)a, a Foligno per un altro punto di vista sulla salute

Venerdì pomeriggio inizia a Foligno presso Palazzo Candiotti il Festival della medicina integrata organizzato dalla Presidente della Associazione Dolce Mente Cristiana Mariani, nota nella città della Quintana come professionista organizzatrice di eventi di un certo rilievo.

La stessa si è molto adoperata per far crescere la manifestazione che quest’anno è improntata sulla intelligenza artificiale quale input di sviluppo del settore sanitario.

Personalmente, che un po’ della materia me ne intendo, più che di medicina integrata la chiamerei integrativa e comprende tutti quei rami della medicina che va dall’omeopatia all’olistica all’agopuntura.

I relatori sono di fama internazionale e ci saranno workshop e tante altre belle iniziative, compresa la presentazione del libro dell’avvocato Filippo Teglia di Foligno dal titolo Medicina Non Convenzionale – Tutele e criticità che sta suscitando un pò di polemiche nell’ambiente sanitario e giuridico.

Ciò posto è importante spiegare cosa sia la medicina integrativa, non integrata perché se si usa quest’ultimo termine significa che gli altri rami della medicina non convenzionale sono integrati con la medicina chimica quando in realtà è il contrario.

Di fatto tra un certo tipo di medicina che ha nei rimedi naturali il fulcro della questione e le medicina allopatica che ha come fulcro il farmaco chimico.

In Italia circa 12 milioni di persone usano la medicina non convenzionale o integrativa e non c’è assolutamente una norma che le regoli ogni suo aspetto se non qualche sparuta circolare ministeriale la medicina non convenzionale che di fatto viene avversata dai soliti odiatori scientifici televisivi.

Il problema, infatti, nasce da un problema di comunicazione della materia su cui la Mariani sta cercando di mettere rimedio con il festival stesso laddove il mondo sanitario è assai diviso sulla questione che sottace al Festival e cioè che la medicina integrativa viene vista come un eterno bluff con effetto placebo, soprattutto l’omeopatia, a fronte delle evidenze scientifiche nel campo della medicina allopatica o chimica per intenderci.

In realtà esistono monografie scientifiche che vanno a sottolineare le evidenze scientifiche di quest’altra materia trattata nel festival.

Il problema però è di fondo.

Come afferma Teglia nel suo libro, la questione è molto più semplice dal momento che la società attuale ha necessità di ottimizzare i tempi di guarigione tamponando immediatamente la situazione con il farmaco chimico, cosa impensabile con la medicina integrativa che ha tempi più lunghi rispetto al sistema economico imperante ma sicuramente con effetti di guarigione più duraturi.

Lo scontro tra le opposte tifoserie ha avuto il suo picco durante la Pandemia Covid-19 con i medici che usano la medicina integrativa contraria ad ogni tipo di vaccino a prescindere e i medici allopatici che invece promuoverebbero il vaccino anche per le unghie incarnite se esistesse e considerando quindi i primi come apprendisti stregoni se non addirittura un pericolo per la comunità scientifica e meritevoli di radiazione dagli ordini dei medici.

In realtà le argomentazioni svolte dai medici non convenzionali che applicano la medicina integrativa, che non è sostitutiva della medicina chimica ma integrativa appunto,a sostegno della inutilità o dannosità dei vaccini sta avendo timidi riscontri dal punto di vista clinico con presunti danni alla salute di chi si è vaccinato tre volte.

Ne consegue una recrudescenza dello scontro su cui sarà necessario fare chiarezza con il prossimo Festival che organizzerà Cristiana Mariani al fine di promuovere un dibattito su ciò che è avvenuto durante la pandemia .

Certamente rimane il dato incontrovertibile che la medicina integrativa, nata nella notte dei tempi, sottace una certa visione della vita clinica di una persona che rifugge farsi intossicare completamente dai noti farmaci in circolazione specificando che l’uso di tale medicina viene ad essere presa in considerazione sì da circa 12 milioni di italiani ma scolarizzati.

Nei numeri rimane una medicina di nicchia che viene mal vista dai medici allopatici ritenendola inutile quando invece ha evidenze scientifiche con il risultato che nei paesi dell’Unione Europea viene ad essere incentivata .

Ma in Italia viene osteggiata se non combattuta con armi impari laddove la visibilità mediatica di un medico non convenzionale è lontana anni luce da chi usa la medicina chimica e avendo dietro la regia di Farmindustria.

E perde valore la cura del paziente ma assurge a totem del capitalismo il farmaco.

Il Festival cerca di riportare nell’alveo della validità scientifica tale medicina con una comunicazione semplice ed efficace che fughi ogni scetticismo per i non addetti ai lavori.

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