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Battaglia sulla sanità regionale, ma Bruxelles ha già deciso

Tra pochi giorni ci saranno le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio regionale e i principali candidati, la Proietti e la Tesei, si stanno rimpallando presunte debacle sul sistema regionale sanitario.

Nelle campagne politiche il tema sanitario è stato sempre al centro del dibattito più del livello occupazionale lavorativo e ambientale perché tocca un aspetto su cui gli italiani sono molto sensibili: la salute.

Il problema, riguardo la sanità, non sono le competenze scientifiche degli addetti ai lavori che, tra l’altro, vivono in un malcontento economico spaventoso, quanto le lunghe file di attesa per eseguire un esame clinico di particolare rilievo.

Sul punto ognuno dice la sua e ha il rimedio ottimale garantendo l’eliminazione del problema se eletto o rieletto, ma consci – in entrambi i casi – che la questione è di fatto irrisolvibile allo stato attuale.

La sinistra attacca l’ assessore alla sanità attuale Coletto se non altro perché geometra, ma dimenticando che quando era essa al governo del territorio regionale, l’assessore era commercialista, ma andava bene perché schierato nella parte giusta.

La destra del governo regionale che evoca vecchi processi sul sistema corrotto della sinistra di scegliere chi dovesse comandare un reparto di un ospedale basandosi anche su recenti condanne che comunque non sono passate in giudicato.

Il problema però è altro.

Se da una parte la campagna elettorale sul punto della sinistra fa veramente ridere perché denota che non ha pudore dopo le note vicende giudiziarie negli ultimi 15 anni che ha investito i suoi uomini, dall’altra la destra che si proclama contro il sistema o quanto elemento di frattura contro lo steso, in realtà è appiattita su posizioni dell’ancien regime sanitario con la sola differenza che non ha avuto personaggi indagati dalla magistratura.

Nessuno, però, ha la bacchetta magica per accorciare i tempi di attesa stante la circostanza che si sta smantellando la sanità pubblica per incentivare la sanità privata rivolgendosi a centri specializzati e convenzionati che ben conosciamo.

Ed è vergognoso perché si arriverà al punto che solo se si avranno le risorse economiche si potrà accedere alle cure e a me – che comunque ho disponibilità buone – non sta assolutamente bene perché ritengo inammissibile che per la verifica se si ha un tumore, per una risonanza magnetica con il servizio pubblico si devono attendere mesi, mentre con quella privata una manciata di giorni.

E se non si hanno schei si è costretti ad aspettare mentre il male non aspetta.

E questo è un fallimento mostruoso che investe tutto il territorio nazionale.

Su ciò si aggiunga che nel servizio pubblico c’è la fuga dei medici specializzati verso la sanità privata dove vanno a percepire stipendi consoni ai rischi professionali che li attanagliano stante la forte incidenza di avvocati che lucrano sulla verifica della mal practice medica per far valere la tutela del diritto alla salute.

Ne consegue che se i medici devono rischiare professionalmente, allora è meglio avere uno stipendio più alto.

Attualmente la crisi del sistema sanitario nazionale è paritetico alla crisi del sistema giustizia dove in quest’ultimo caso si emanano riforme per abbreviare i tempi di attesa di soluzione di una diatriba giudiziaria e per evitare che le cause durino 10 anni.

Una diversa lista di attesa.

Anche queste riforme giudiziarie non stanno portando a nulla perché il problema è la carenza sia di magistrati sia di personale amministrativo.

Nella sanità pubblica mancano i medici e personale sanitario con uno stipendio adeguato al lavoro che svolgono.

Quindi il primo passo è adeguare gli stipendi per evitare la fuga degli stessi verso la sanità privata.

A tutti sfugge però il problema centrale della questione.

L’Europa a trazione tedesca sta implementando in ogni dove il settore privato con particolare riferimento alla sanità sul modello assicurativo tedesco o – ancor meglio – anglosassone laddove, in un perfetto sistema capitalistico, ti puoi curare solo se hai o soldi o l’assicurazione privata.

E quindi emana leggi europee che devono essere recepite asetticamente da ogni Stato dell’Unione Europea che però non aveva e non ha il nostro sistema pubblico che cura veramente tutti senza distinzione di sesso razza o religione in ossequio alla nostra magnifica Carta Costituzionale che qualche pazzo vuol cambiare.

Capite bene quindi che, indipendentemente dai proclami dei candidati, comandando l’Europa, la strada è già segnata a livello sanitario – come su altre questioni vitali – e facendo nascere il legittimo sospetto che tutti ci prendono in giro e rendendo il voto amministrativo inutile se non per rinfocolare la divisione politica tra opposte tifoserie con una malafede ripugnante.

Per me infatti quanto deciso dell’Europa su molti aspetti è abominevole e va di pari passo con lo sdoganamento della farina di grilli chiesta dalla Germania (e ottenuta dal governo europeo) non tenendo a mente che per gli Stati che si affacciano nel Mediterraneo i grilli sono il simbolo di estati che non dovrebbero finire.

E il risultato sarà, nella sanità, un maggior introito per i privati per sancire che l’eccessivo liberismo di origine calvinista a scapito di un popolo che non potrà curarsi al meglio.

Dio li fulmini.

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