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Stupor Mundi, a 830 anni dalla nascita di Federico II di Svevia

Imperatore, re dei Romani, re di Sicilia e di Gerusalemme, costruttore di grandi castelli in tutto il Meridione italiano, amante della cultura, autore di un trattato sulla falconeria ed esso stesso abile falconiere, fondatore dell’università di Napoli, ideatore delle prime costituzioni scritte nella storia dell’Occidente e innovatore dello Stato con la creazione di vasto apparato di burocrati, ma, soprattutto, l’ultimo grande sovrano con un’idea di universalità del potere imperiale, la quale lo porterà a numerosi anni di guerra contro i comuni italiani.

Ma chi è questo personaggio così avvincente e affascinante da essere, a distanza di secoli, considerato l’esempio per eccellenza di sovrano?

Stiamo parlando di Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi, uno, se non il, più importante imperatore medievale. Di lui si è parlato e scritto tantissimo, dai lavori storici ai romanzi, passando anche per fantasiose teorie pseudo storiche ai limiti del complottismo. Ma chi era veramente Federico? Per quali motivi è così conosciuto? Adesso proveremo a scoprirlo insieme.

Federico nasce il 26 dicembre 1194 a Jesi, nelle Marche, figlio di Enrico VI, imperatore del Sacro Romano Impero e di Costanza d’Altavilla, ultima discendente della famiglia reale normanna degli Altavilla che dal 1130 regnavano nel sud Italia.

Tre anni dopo la sua nascita Federico rimane orfano di padre e l’anno dopo morirà anche la madre, non prima di aver messo il figlio sotto la tutela del papa Onorio III, fatto che gli valse il titolo di “re dei preti”, cosa che in futuro non si rivelerà così corretta.

Federico passò il periodo della sua infanzia e adolescenza a Palermo, capitale del regno normanno, aspettando la maggiore età per prendere possesso diretto dei suoi territori.

Nel 1209 raggiunti i sedici anni, che all’epoca era la maggior età, viene incoronato solo re di Sicilia dal Pontefice, ma non imperatore come suo diritto, perché il Papa temendo, per sé e per i suoi territori, di rimanere schiacciato tra l’Impero e il sud Italia, aveva concesso la corona imperiale a Ottone di Brunswick, duca di Baviera, figlio di Enrico il Leone, a sua volta cugino di Federico I il Barbarossa, nonno di Federico II.

Il giovane re di Sicilia allora iniziò ad organizzare una spedizione contro Ottone, sostenuto dall’Inghilterra, per riconquistare il titolo di imperatore, alleandosi con il re di Francia Filippo Augusto, nel mentre Innocenzo III aveva scomunicato Ottone dopo che aveva tentato di assediare Roma. Così anche il pontefice si schierò con Federico.

Nel 1214 le due fazioni arrivarono allo scontro nella piana vicino alla città di Bouvines. Nella battaglia Ottone venne sconfitto e Federico divenne imperatore.

Dopo aver riconquistato il titolo imperiale Federico tornò in Italia dove restò per tutto il resto del suo regno, da considerarsi il più avanzato per la sua epoca per le leggi con la promulgazione delle Costituzioni Melfitane, la cultura (alla sua corte nacque il primo esempio di poesia in volgare) e la tolleranza religiosa, infatti i musulmani presenti non vennero cacciati, in un primo momento, ma, dopo una rivolta alla metà degli anni ‘20 del Duecento, vennero deportati nel continente e arruolati nell’esercito, molto importante e famosa era la guarnigione di stanza a Lucera.

Sul piano della politica estera l’imperatore si occupò prevalentemente della riconquista e la sottomissione del nord Italia e l’unificazione, tanto temuta dai pontefici, tra regno di Sicilia e Sacro Romano Impero, per poter così coronare il sogno suo e del nonno di poter regnare su un territorio unico, senza altri regni che spezzassero i propri domini che rendevano difficili le azione politiche imperiali.

A causa di questa politica espansionistica le città lombarde si allearono contro Federico II, il quale nella battaglia di Cortenuova sconfisse la rinata Lega Lombarda catturandone il simbolo, il Carroccio, che venne inviato al Papa.

Con l’elezione di un nuovo pontefice, Innocenzo IV, i rapporti tra i due si incrinarono fino al punto che il Papa nel 1245 a Lione scomunicò una seconda volta l’imperatore (la prima era avvenuta nel 1228 quando il Pontefice lo scomunicò per non essere andato a condurre la crociata in Terra santa come previsto dal trattato di San Germano).

Questa seconda scomunica generò una rivolta in Germania dove la dieta dei nobili nominò un altro imperatore, mentre in Italia i Comuni si erano riorganizzati, anche perché Federico non aveva sfruttato la vittoria di Cortenuova che gli avrebbe permesso di conquistare Milano e le maggiori città lombarde. Federico venne sconfitto due volte, la prima a Parma e la seconda a Fossalta, nella quale il figlio Enzo venne catturato.

Scomunicato e sconfitto militarmente Federico non si arrese, anzi, tornò nei propri territori, iniziò a riorganizzare l’esercito per far fronte a una nuova campagna nel Nord Italia, purtroppo il fato spesso avversa la volontà degli uomini.

Il 13 dicembre 1250, mentre si trovava nel palazzo di Fiorentino di Puglia, ormai da qualche giorno era stato colpito da una malattia, alcuni sostengono fosse dissenteria altri malaria, lasciò la vita, sic transit gloria mundi.

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