16.6 C
New York
martedì, Marzo 11, 2025

Buy now

coverwisecoverwisecoverwise

Otto marzo, dalle parole alle azioni

Non è certo molto semplice parlare delle festa dell’8 marzo che è la festa della donna.

Sapete perché? Perché in tanti si sono prodigati a scrivere fiumi di parole per esaltare questa festa sia come memoria storica del perché fu istituita e sia perché diventa sempre una battaglia politica tra chi è politicamente corretto e chi un po’ meno come il sottoscritto.

Per cui diventa una lotta tra opposte tifoserie.

Ora, se da una parte tale festa è attualmente destinata a riproporre vecchi e ancestrali pregiudizi che debbano essere superati in un’ottica di parità evangelica tra i due sessi, mi accorgo che con l’andare del tempo si sta delineando uno sbilanciamento degli interessi a favore della donna che è di facciata.

Senza stare a stare a scomodare sant’Agostino in cui in ogni suo scritto c’è il riferimento alla madre, rimane indubbio che nel terzo millennio la donna è vista come oggetto principale dalle angherie dell’uomo in una generalizzazione mortificante.

Sulla scorta di ciò è stato istituito il Codice Rosso che altro non è che la tutela giudiziaria anche feroce della donna che teme per la sua incolumità.

In pratica come una sorta di prevenzione del femminicidio.

Al di là che il termine femminicidio è di un sessismo spaventoso perché la distinzione fonetica tra maschi e femmine risale all’ultima guerra punica, mi accorgo che un conto è la tutela dei soggetti cosiddetti fragili e un conto è farla diventare predominante con una sorta di sostituzione etnica che svilisce i ruoli sia nella società che nella famiglia.

Con il risultato che adesso si combatte il patriarcato da parte della solita sinistra che non ha altri programmi se non distruggere quel minimo di buon senso che è rimasto per ovviare alla famiglia tradizionale.

Ne consegue che attualmente il “maschio” italico è impaurito dalla reazione della “femmina” durante un approccio con il risultato che se prova a dare un bacio ad una donna che non lo vuole, non riceve un calcio nei testicoli, ma direttamente la visita dei Carabinieri a casa che gli notificano il divieto di avvicinamento e mettendogli il braccialetto elettronico.

Il risultato è la solitudine di molti e le Procure della Repubblica che sono invase e paralizzate da notizie di reato riguardanti tali tipi di approcci.

Fin qui è normale amministrazione che, però, cozza con altri aspetti sociali e che fanno sorgere il legittimo sospetto che tutto si basa su una bugia di fondo.

Questo perché il legislatore si è concentrato solo ed esclusivamente sulla tutela fisica e psichica della donna “castrando “ l’uomo, ma non nei diritti sociali che vengono a mancare in favore della stessa.

Intanto che a parità di mansioni lavorative percepisce uno stipendio più basso dell’uomo senza una ragionevole motivo.

Poi vogliamo parlare se per caso una donna a partita Iva rimane incinta che calvario diventa dal punto di vista lavorativo?

Vogliamo parlare anche della gestione dei bambini se la donna sta al lavoro e deve fare affidamento sui nonni che sono avanti con l’età e pieni di acciacchi?

Ecco, questo è lo schifo che permea il sistema italiano: le tutele di facciata.

Se poi si fa un giro su Tik Tok ci si accorge che il 90% dei reel sono di donne ultrabone che fanno balletti sensuali per la fregola del maschio italiano che idealizza notti di sesso satanico salvo poi dedicarsi all’onanismo perché ha paura di corteggiare, andando sul sicuro amando se stesso.

Meno complicazioni anche giuridiche.

Non parliamo poi delle feste a tema 8 marzo dove sono solo donne, spesso sole/divorziate, che pensano alla trasgressione di uno spogliarello di un uomo piacente e fisicato per poi postare tutto su Facebook e facendo rimanere male i figli che pensano di avere una madre cretina.

Questo perché, inutile negarlo, ciò che colpisce è la discrasia tra il proclamato e il praticato come immagine verso la donna.

In realtà nei paesi mediterranei, quindi altro modo di vivere, la donna non solo è come vorrebbe far credere il legislatore cioè solo brutalizzata, ma anche oggetto di desiderio almeno per me impagabile e per tale motivo oggetto di delicatezza e galanteria, non di sonori schiaffoni.

Per arrivare quindi ad una vera parità, ad eliminare le quote rose obbligatorie (una mostruosità), si deve dare alla donna la possibilità di essere tale senza rinunciare alla sua femminilità scimmiottando l’uomo e non avere avanti a sé sempre l’eterno dilemma – per chi lo desiderasse – se scegliere la carriera o la famiglia.

Perché darle questa possibilità sarebbe un atto di evangelica parità con il risultato che poi la scelta di avere famiglia o figli darebbe corso al libero arbitrio datoci con le Sacre Scritture e non perché non si è tutelate dalla società.

Anche perché, passata la festa, tutto torna come prima.

Con i balletti su Tik Tok.

Related Articles

Stay Connected

0FansLike
3,913FollowersFollow
0SubscribersSubscribe
- Advertisement -spot_img

Latest Articles

porn sub ita