L’incontro “L’America di Trump e la ricerca di un Nuovo Ordine Mondiale”, tenutosi il 28 marzo al Circolo del Ministero degli Affari Esteri, ha riunito esperti di geopolitica come Pierluigi Testa (Presidente Think Tank Trinità dei Monti, Presidente Alumni Economia),Manfredi Mattei Filo Lucio Caracciolo (direttore di Limes), Lamberto Dini (ex presidente del Consiglio ed ex Ministro degli Esteri) e Sergio Vento (diplomatico ed ex Ambasciatore italiano negli USA), Manfredi Mattei Filo della Torre ( Segretario generale della Fondazione Alberica Filo della Torre), per analizzare le ripercussioni del secondo mandato di Donald Trump sull’Europa e sugli equilibri globali. Tra i temi centrali: la crisi dell’industria militare americana, il dibattito sul nucleare europeo, le tensioni in Medio Oriente e il ruolo del vicepresidente J.D. Vance, figura emblematica del nuovo corso statunitense.
L’Industria Militare Americana in Crisi e il Dilemma Europeo
Lucio Caracciolo ha sottolineato come l’industria militare statunitense, nonostante un bilancio record di 900 miliardi di dollari nel 2025, sia afflitta da inefficienze strutturali. Gli Stati Uniti, pur mantenendo una superiorità tecnologica, faticano a produrre armamenti in quantità sufficiente per sostenere conflitti prolungati, come dimostrato dalle carenze di munizioni inviate all’Ucraina.
La Dipendenza Europea
– Caracciolo ha criticato l’Europa per la sua incapacità di sviluppare una difesa autonoma, rimanendo legata all’ombrello NATO e agli approvvigionamenti USA.
– Con Trump alla Casa Bianca, questa dipendenza rischia di diventare un vicolo cieco, soprattutto se Washington ridurrà gli aiuti militari al Vecchio Continente.
Il Nucleare Europeo e il Piano F-I-G
– Durante l’incontro si è fatta menzione al Piano F-I-G, il progetto di collaborazione nucleare tra Francia, Italia e Germania avviato negli anni ’50 e poi abbandonato nei primi anni ’60 a causa delle pressioni americane e delle divergenze interne europee.
– Caracciolo ha affermato che mai come ora si parla con leggerezza di atomica e che molti paesi la possiedono anche se non ufficialmente: Israele, Arabia Saudita, mentre l’Iran ci sta lavorando.
– Il fallimento del progetto di un’atomica europea dimostra la difficoltà dell’UE nel costruire un sistema di difesa indipendente.
Medio Oriente e la “Guerra Grande”
Caracciolo ha definito il conflitto in Ucraina e le crisi mediorientali come parti di un’unica “guerra grande” tra potenze globali.
Israele e Palestina
– L’espansionismo israeliano e la radicalizzazione di Hamas rischiano di destabilizzare ulteriormente la regione, con ripercussioni sulla diaspora ebraica e sull’antisemitismo in Europa.
L’Asse Russia-Corea del Nord-Iran
– L’invio di soldati nordcoreani in Ucraina e il sostegno iraniano a Mosca dimostrano come il conflitto si stia globalizzando, minacciando di trascinare l’Europa in una spirale di insicurezza.
Il Ruolo dello Yemen e degli Houthi
– Caracciolo ha affermato che non serve che l’America bombardi gli Houthi, ma che la vera soluzione potrebbe essere un accordo per spartire lo Yemen tra Arabia Saudita, Iran e Turchia, stabilizzando così la regione attraverso una nuova ripartizione delle sfere di influenza.
Il Potere della Diplomazia in Medio Oriente
– Caracciolo ha evidenziato il ruolo crescente della diplomazia in Medio Oriente, dove paesi come Turchia, Iran e Arabia Saudita stanno ridefinendo i propri equilibri attraverso accordi e trattative.
– In netto contrasto, in Europa la diplomazia è totalmente mancante, segnando un evidente fallimento nella gestione delle crisi e nell’affermazione di un’autonoma politica estera.
J.D. Vance: L’Emblema del Riscatto Americano
Tra gli interventi più apprezzati, Caracciolo ha dedicato spazio alla figura di J.D. Vance, vicepresidente USA e autore dell’autobiografia *Hillbilly Elegy*.
Da Critico a Vicepresidente
– Vance, inizialmente scettico su Trump, ne è diventato un alleato chiave, rappresentando l’ala nazionalista e isolazionista del GOP.
– La sua biografia è stata indicata da Caracciolo come lettura obbligata per comprendere le radici del populismo statunitense.
La Visione Geopolitica
– Vance sostiene una riduzione degli aiuti all’Ucraina e un riavvicinamento con la Russia, posizioni che potrebbero accelerare il disimpegno USA dall’Europa.
Trump come acceleratore per Vance
– Caracciolo ha sottolineato che il fenomeno Trump potrebbe essere preparatorio e acceleratore per quella che potrebbe diventare la futura candidatura di J.D. Vance alla presidenza degli Stati Uniti, proiettando l’America verso una politica ancora più nazionalista e isolazionista.
Conclusioni: L’Europa alla Svolta?
L’evento si è chiuso con un monito di Lamberto Dini:
– L’Europa deve scegliere se accentuare l’integrazione (difesa comune, mercato unico) o subire le conseguenze di un mondo sempre più multipolare.
– Sergio Vento ha aggiunto che l’Italia, in particolare, dovrà bilanciare le sue relazioni con USA e Cina, evitando di rimanere schiacciata tra le due superpotenze.
Infine, Caracciolo ha affermato che stiamo assistendo all’agonia della NATO e dell’Unione Europea, mentre Russia, America e Cina sono ormai i tre grandi interlocutori globali, con l’Europa relegata a un ruolo marginale.
Dini e Hillary Clinton: il futuro di Trump
– Lamberto Dini ha parlato del fenomeno Trump come fallimentare a lungo termine, ritenendo che il suo impatto potrebbe portare a una crisi del modello americano.
– Dini si è confrontato su questo tema anche con Hillary Clinton, la quale ha sostenuto che entro breve gli americani saranno delusi da questa elezione, evidenziando il rischio di una frattura interna sempre più profonda negli Stati Uniti.