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sabato, Aprile 19, 2025

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Violenza sulle donne, l’utilità dei centri antiviolenza

I femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula hanno ancora una volta scosso l’Italia. Entrambe le ragazze avevano poco più di vent’anni ed entrambe, anche questa volta, strappate alla vita da due carnefici che affermavano di provare qualcosa. Da Bacoli, in provincia di Napoli, c’è inoltre il brutto episodio di Gaia Caputo, picchiata brutalmente dal suo ex marito.

Si torna a parlare di aiuti, di prevenzioni e di come si possono evitare questi drammi. I centri antiviolenza danno supporto proprio su questi aspetti anche se, secondo Gabriella Notorio, le funzioni di questi enti ancora non sono completamente chiare. Lei è sociologa e criminologa nonché presidente dell’associazione “Frida Kahlo: la città delle pari opportunità” e dello sportello antiviolenza “Le porte di Frida”.

Gabriella Notorio; sociologa e criminologa

In un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, la dr.ssa Notorio chiarisce alcuni punti che riguardano i centri antiviolenza e la loro utilità in una fase preliminare. Riguardo questo terrificante problema la prevenzione è un concetto fondamentale.

Da operatrice dell’ antiviolenza oggi mi sento sconfitta da chi in pubblica televisione, alla richiesta del perché chiamare il 1522 e soprattutto sul perché rivolgersi ad un centro antiviolenza non abbia saputo spiegare la rete di protezione attivata, generando solo una confusione in chi ascoltava.  

Sento l’esigenza di spiegarlo. Nei centri antiviolenza le vittime o chi si riconosce vittima e pensa di esserlo in primis viene aiutata a capire cosa sta succedendo. Se si tratta di violenza oppure no. Nei centri antiviolenza non è che si va a parlare con femministe che sono odiatrici degli uomini.

Si va a parlare con professioniste esperte che hanno un titolo di studio ed un’ esperienza qualificata sulla violenza: avvocate, psicologhe, sociologhe, operatrici. Professioniste in grado di attivare il giusto supporto di assistenza psicologica e legale. I centri antiviolenza prendono in carico le donne ed attivano la rete di supporto successiva in caso di denuncia e supportano legalmente le donne nei tribunali. Le donne non restano sole.

Il centro antiviolenza si occupa anche di autonomia, formazione ed orientamento al lavoro se sussiste violenza anche economica. È questo quello che si deve dire! Altrimenti non si capisce di tutto quello che ogni giorno affrontiamo anche noi nel rischio generale di trovarci davanti un uomo pericoloso e violento per tutti.

Esistono tante misure e provvedimenti che si possono chiedere per tutelare le vittime. Non solo il braccialetto. Va fatta chiarezza. Va detto. Si deve dire con forza che rivolgersi ai centri antiviolenza salva la vita a tantissime donne. Non so quanti femminicidi avremmo avuto a Napoli negli ultimi tre anni senza la rete dei centri antiviolenza“.

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