La nobile Alberica Filo della Torre venne trovata morta nella sua villa il 10 luglio del 1991. Il suo assassino venne arrestato nel 2011
Il 10 luglio 1991 nella villa dell’Olgiata, dove risiede con la famiglia, è una giornata molto frenetica per la nobile romana Alberica Filo della Torre: si stanno approntando, infatti, i preparativi per la festa per il decennale dell’anniversario di nozze tra la contessa e il suo secondo marito, Pietro Mattei.
La giornata, per gli abitanti della villa, inizia presto, già alle sette arrivano gli operai che devono lavorare alla festa e contemporaneamente la cameriera della casa sveglia la contessa e i due figli, mentre il marito è uscito da tempo per andare in ufficio.
Sembra, quindi, essere una giornata tipo, secondo quanto riporta la testimonianza della stessa cameriera, sveglia i padroni, porta la colazione alla contessa verso le otto meno un quarto, torna in cucina per sistemare alcune faccende.
Verso le otto e mezzo la signora scende dalla camera da letto per stare un po’ con i due figli e, poi, torna al piano superiore per cambiarsi, sarà l’ultima volta che verrà vista viva.
Passano all’incirca trequarti d’ora prima che la cameriera, assieme alla figlia della contessa, salgano al piano superiore e bussino alla porta della madre, senza ricevere alcuna risposta.
Decidono di ritornare più tardi, forse la contessa è stanca per tutto il lavoro al quale è stata dietro per preparare la festa.
Difatti verso le undici le due tornano a bussare alla porta della stanza da letto, ma non ricevendo alcuna risposta decidono di usare il telefono interno, anche in questo caso non ottengono alcun cenno.
Preoccupate iniziano a cercare la chiave di riserva e dopo averla trovata aprono la porta, entrano nella stanza e trovano la contessa, o meglio il cadavere, riversa a terra con le mani stese verso l’alto e la testa avvolta da un lenzuolo insanguinato.
Vengono chiamati immediatamente i Carabinieri e il caso viene affidato al pubblico ministero Cesare Martellino.
Sin dai primi rilievi viene evidenziato come l’assassino dovesse essere una persona conosciuta dalla vittima e della quale forse si fidava, ma, soprattutto, che conoscesse la villa e il modo per entrare senza essere visto.
Viene deciso, quindi, di mettere sotto controllo i cellulari di tutte le persone che avessero qualcosa a che fare con la villa e si iniziano a individuare i primi sospetti.
Il primo ad essere sospettato è Roberto Jacono, il figlio dell’insegnante privato dei figli della contessa, poiché viene ritrovato con i pantaloni sporchi di sangue, ma è un’ipotesi che dura fino al test del DNA che lo scagiona, non essendo quello il sangue della vittima.
Successivamente gli investigatori sospettano del maggiordomo filippino, Manuel Winston Reyes, licenziato qualche settimana prima, ma anch’egli è scagionato dal test del DNA.
Le indagini, già nell’autunno del 1991, si arenano e inizia un periodo lunghissimo di ipotesi e depistaggi, come quelle dell’omicidio che sarebbe stato organizzato dal SISDE o come quella che vedeva il marito come omicida.
Nel 2007, su istanza del marito della defunta, il caso viene riaperto, vengono condotte nuove ricerche sulle lenzuola e sulle vesti della contessa, ma, soprattutto, vengono ascoltate le registrazioni delle telefonate ed emergono nuovi dati: sulla biancheria viene trovato il DNA proprio del maggiordomo e anche dalle registrazioni si ottengono informazioni sul perché dell’omicidio: il tutto sarebbe nato da un tentativo di rapina da parte del maggiordomo, in quanto questi era scontento del licenziamento e voleva prendere dei gioielli alla contessa e poi rivenderli.
Il 29 marzo 2011 si ha la certezza dei test del DNA, Manuel Reyes viene arrestato e confesserà il delitto il 1 aprile dello stesso anno. Processato sarà condannato a 16 anni di carcere.
Recentemente il caso è tornato a fare notizia poiché l’omicida è stato rilasciato il 10 ottobre 2021, dopo dieci anni di carcere, avendo ottenuto diversi sconti di pena.