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“La musica quando è bellissima è bellissima”

Intervista al maestro Tonin Xhanxhafili da anni un esempio di estro, eleganza e stile nel mondo della musica classica italiana

Il maestro di violino Tonin Xhanxhafili è da anni un esempio di estro, eleganza e stile nel mondo della musica classica italiana e non solo. Personaggio di un’umiltà rara si è sempre speso per la diffusione di un genere musicale, la classica, che in questi ultimi anni sta incrementando i suoi estimatori anche tra i giovani.

Professore, quando nasce la sua passione per la musica e soprattutto quella verso il violino?

“La passione nasce da quando sono nato…. perché mio padre era un professore di violino, compositore concertista e direttore del dipartimento di strumenti d’archi di un conservatorio. Sono ‘nato’ e cresciuto nella sua scuola. Quando ero piccolissimo entravo nella custodia vuota del violino di mio padre e scherzando dicevano che era il mio ‘letto preferito’. Certamente i miei primi passi da musicista sono stati nei teatri dove mio padre si esibiva. Tutti i suoi allievi e colleghi mi volevano bene e mi tenevano vicino come una piccola mascotte. Anche mio zio (il fratello di mio padre) era un violoncellista e professore di violoncello e i miei cugini due compositori e professori di conservatorio”.

Lei oltre ad essere un affermato musicista è anche un professore di musica. Riesce a conciliare queste due attività?

“Come solista davanti al pubblico sono salito sopra il palco quando avevo solo 8 anni … sono salito e non sono sceso mai… continuando concerti dopo concerti … Mentre come direttore del concerto ho iniziato quando avevo 25 anni… e lo sono tutt’ora. Nel campo dell’insegnamento ho iniziato con mio padre aiutandolo nelle lezioni di recupero all’età di 16 anni. Non sono molto facili da gestire queste due attività che vogliono sempre molto impegno. Oggi oltre come solista, facciamo concerti con due orchestre che fanno parte sempre di miei allievi, i piccoli di ‘Violino Magico’ e l’orchestra d’archi”.

Quale è il suo musicista di riferimento ?

“Musicista.. possiamo dire musicisti perché sono tanti… sono diversi tempi… Bach, Mozart, Vivaldi, Paganini… mentre come didattica ovviamente mio padre Giovalin Xhanxhafili”.

Ha mai pensato di diffondere (come fece al tempo l’ungherese Bela Bartok) le musiche popolari della sua terra di origine, l’Albania?

“Io sono docente della scuola e musica classica, ma ho sempre avuto il piacere di suonare anche musiche diverse, come la musica folk. A Roma ho ideato e realizzato un gruppo con diversi strumenti particolari e diverse melodie folkloristiche da diversi paesi: un bel mix di musiche folk interpretato in stile classico. Musica folk non solo del mio paese di origine, ma di diversi paesi, diverse terre… La musica non conosce frontiere, ha le ali e vola dov’è il cuore ti indica…”.

Il suo rapporto con la musica sacra non è un mistero. Secondo lei, quali corde diverse dell’anima la musica sacra e quella profana vanno a toccare?

“La musica sacra e la musica profana assumono un determinato valore in base a come sono scritte e anche da chi sono state scritte. Ci sono gli stessi compositori che hanno scritto sia musica sacra sia profana. Poi dipende anche da chi ascolta, cosi non è possibile specificare quale musica è più bella, dipende dal gusto, dal momento cosa senti. La musica quando è bellissima è bellissima”.

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