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Affittasi utero, considerazioni sul senso del sacro e sul denaro

Nei giorni scorsi la Camera, con la maggioranza del centrodestra e la ovvia opposizione della sinistra, ha approvato una legge che prevede come reato universale la maternità surrogata che altro non è che la gestazione di un nascituro per altri previa sottoscrizione di un contratto e versamento di schei.

Un tema di una delicatezza inumana e che ha nelle opposte tifoserie, con argomenti distanti e a volte incomprensibili, la cartina di tornasole della litigiosità italiana di cui invece ne andiamo fieri.

Tutti ne fanno una battaglia ideologica tra un concetto di estrema libertà e chi ritiene che la libertà vada bene solo se non vengono stravolti alcuni punti cardini del vivere e seconda l’ideologia che rappresenta, con il malinconico risultato che nessuno – almeno all’apparenza – valuti le complicazioni di carattere umano e giuridico dell’utero in affitto.

Nell’intimo la stragrande maggioranza degli italiani è ferocemente contraria all’utero in affitto a meno che si parli della parte terminale di detto organo che offre ben altre soddisfazioni a quegli sventurati che vivono il dramma di essere eterosessuali, visti come depravati dalle associazioni di categoria LGBTQ+.

Con tale argomento si entra in un mulinello d’acqua che gira su se stesso senza soluzione di continuità, laddove e come sempre, gli italiani recepiscono asetticamente gli input ideologici derivanti dal mondo anglosassone con particolare riferimento agli USA in cui la pratica è lecita e vista come modello di modernità che viene svilita con il mantenimento della pena di morte in alcuni Stati e sancendo la eterna contraddizione di quella società che monetizza tutto.

I sinistri di oggi prendono a modello tale società segno inequivocabile di questa deriva economica, neoliberista e massona che rinnega i dettami di Gramsci e la storia del PCI perché la sindrome dell’8 settembre è insita nel genio italico e che culmina in un celebre aforisma di Flaiano “gli Italiani sono sempre pronti a correre in soccorso del vincitore”.

Quindi nulla di nuovo sotto il sole se non una eterna amarezza che venendo a mancare una sinistra sana, manchi anche una destra sana decretando – su tali ideologie – la vittoria di un sistema capitalistico e materialista che svilisce il Sacro.

I cattolici oltranzisti, la jihad Cristiana per intenderci, sono ancorati ancora a Paolo di Tarso e al Concilio di Nicea e ritenendo la donna come una propaggine fastidiosa – quando non è incubatrice, sollazzo e cuoca – dell’uomo a motivo del quale per gli stessi oltranzisti si deve trombare solo per procreare.

Precetto evangelico bellamente disatteso.

Dall’altra i sinistri che non ritengono la vita un dono sacro, ma donarla come un diritto acquisito che deve essere rispettato a scapito anche di una biologia che dice il contrario, cercando di promulgare l’utero in affitto.

La maternità ad ogni costo pagando.

Poi, sul mercato, si potrà anche decidere come avere il bambino/bambina e con quali caratteristiche fisiche insite facendo venire in mente che sostanzialmente gli studi sull’eugenetica di Josef Mengele ad Auschwitz e il programma di Heinrich Himmler Lebensborn sono di una attualità drammatica, ma al contempo scellerata.

Attuata dalla sinistra, pensate un po’, ma in funzione di una libertà di facciata che svilisce il destino del nascituro ariano (mamma mia!).

Ora, abbiamo sotto gli occhi ciò che accade quando un bimbo/bimba viene adottato che, salvo rarissime eccezioni, quando scoprono – se non presi in carico già grandicelli – che i genitori che lo hanno cresciuto non sono i genitori biologici, accade un disastro nella loro psiche e vivendo l’adozione come un insito tradimento di chi li ha procreati andandoli a cercare per i necessari chiarimenti.

Potete immaginare cosa possa accadere con l’utero in affitto.

Ma anche alla madre che l’ha gestito in grembo che vende il prodotto finale solo per i soldi che forniscono i ricchi, non l’operaio che sta alla Colussi o il bracciante di Colfiorito.

Con il risultato che sarà – se non cassato il programma come sta facendo la nostra Camera dei Deputati – un beneficio solo a chi avrà le risorse economiche.

Su tutto una perplessità di fondo verso queste mamme che partoriscono per altri laddove il piacione Massimo Recalcati sancisce che “la maternità è un’esperienza complessa, fisica ed emotiva. Ma solo nella madre possiamo trovare la salvezza dal senso di vuoto”.

Mi domando quindi come lavori la psiche di una donna che affitta il suo utero e consegna il prodotto finito ai compratori ricchi senza avere un benché minimo moto interiore di ribellione ,a meno che sia da ricovero (almeno per me) perché il vuoto di cui parla Recalcati si tramuterà in un ergastolo del dolore alleviato da un bel conto in banca.

È la società consumistica osteggiata da Pasolini a sinistra e da Evola a destra, ma che hanno punti in comune nel recupero delle tradizioni (arcaiche a detta dei radical chic) e basata sulla società naturale in funzione anti borghese, classe sociale conformista per eccellenza e per questa combattuta da chi è contro questa globalizzazione del pensiero unico.

Per finire poi con la considerazione che dovrebbe essere riformato tutto il diritto di famiglia per un verso e il codice civile sul concetto di proprietà dall’altro in virtù del fatto che il bimbo procreato sarebbe un prodotto commerciale, non un’anima con pulsioni su cui riflettere quando sarà più maturo.

Un legge che avrebbe accontentato solo i soliti ricchi o qualche diversamente trombante.

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