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Sanità, emergenza e rapporti internazionali, l’Ordine di Malta affronta le sfide del futuro nel solco della tradizione

Intervista al cavaliere Mario Carotenuto, Ambasciatore dello Smom in Egitto

Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, affonda le sue radici nella storia della presenza crociata in Terra Santa dal medioevo. Nel corso del tempo la sua funzione ospedaliera, di cura e assistenza non è mai venuta meno, trasformandosi e integrando tutte quelle attività che, adesso, si definiscono “umanitarie”, quindi ospedali, campi di accoglienza, gestione di strutture mediche, emergenza e assistenza sociale. Essendo uno Stato sovrano, intrattiene rapporti diplomatici con centinaia di Paesi.

Mario Carotenuto riveste la carica di Ambasciatore dello Smom in Egitto. Qual è la sua storia con l’Ordine di Malta?

“Iniziai a frequentare l’Ordine di Malta nel 2005 a Brescia come volontario presso una residenza sanitaria assistenziale dove l’Assistenza Melitense Ammalati si prende cura degli ospiti con il dialogo e la vicinanza e, per chi interessato, accompagnandolo alla Santa Messa e ai pellegrinaggi. Nel 2007 fui nominato Capo Gruppo di Brescia del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) in concomitanza della sua costituzione. Il Corpo è una fondazione di diritto melitense che opera senza scopo di lucro per il perseguimento delle finalità di protezione civile e di primo soccorso, anche in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio Italiana, nonché nel settore ambientale, sociale, sanitario, umanitario e di cooperazione anche internazionale. Nel 2010 fui nominato dal Corpo anche responsabile nazionale delle attività umanitarie e della logistica per il Nord Italia. Svolsi i due incarichi sino al 2014 partecipando, tra l’altro, alle operazioni di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite dai terremoti in Abruzzo (2009) ed Emilia-Lombardia (2012). I miei incarichi nel Cisom terminarono con la mia nomina ad Ambasciatore presso la Repubblica Araba d’Egitto, incarico che ancora ricopro”.

Cosa fa lo Smom in Egitto?

“L’Ambasciata dell’Ordine di Malta in Egitto è impegnata in diverse attività umanitarie. Gestisce in collaborazione due ambulatori medici che ha dotato di diverse apparecchiature elettromedicali (ecografi, elettrocardiografi, ecc.). Lo scorso anno è stato stipulato un accordo con una clinica locale per eseguire visite mediche gratuite ai rifugiati eritrei. Quest’anno è stata parzialmente ristrutturata una scuola per rifugiati e un’aula è stata allestita con una decina di computer. Abbiamo inoltre in progetto di ristrutturare due scuole frequentate da un migliaio di rifugiati sudanesi e sud-sudanesi e riprendere le visite mediche con un ambulatorio all’interno di un lebbrosario dove per tredici anni una decina di medici incaricati dall’Ambasciata si sono presi cura di circa 700 ammalati. L’Ambasciata intrattiene inoltre proficue relazioni con le altre Missioni Diplomatiche accreditate in Egitto, partecipa a meeting ed eventi organizzati dalle istituzioni egiziane, in particolare dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero della salute”.

Quali sono i rapporti tra Stato egiziano e Ordine?

“Le relazioni, seppur non diplomatiche, tra l’Ordine di Malta (all’epoca Ospitalieri di San Giovanni) e l’Egitto risalgono all’XI secolo, allorquando alcuni mercanti della Repubblica marinara di Amalfi ottennero dal Califfo d’Egitto della dinastia dei Fatimidi il permesso di costruire a Gerusalemme una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere i pellegrini di ogni fede e ogni razza. La storia di oltre 900 anni dell’Ordine, la sua fondazione risale 1048, si riflette anche nel suo nome completo: Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta. La stessa bandiera delle attività dell’Ordine, la croce ottagona bianca in campo rosso, deriva dagli antichi legami dell’Ordine con la Repubblica marinara di Amalfi che aveva la stessa croce in campo blu. Fu pertanto naturale che i monaci che gestivano l’ospedale fondato dagli amalfitani a Gerusalemme adottassero quella croce. Il fondatore e primo Gran Maestro dell’Ordine Gerardo Sasso, poi, nacque a Scala a pochi chilometri da Amalfi. Ancora oggi l’Ordine è presente in Terra Santa: a Betlemme, sotto la responsabilità operativa dell’Associazione Francese, l’Ospedale della Sacra famiglia fornisce un servizio indispensabile alla popolazione dell’area, alla quale garantisce un’assistenza di alta qualità per la maternità a tutte le donne (il 60% di tutti i nati nel distretto di Betlemme nasce in quella struttura che, tra l’altro, è l’unica della intera regione attrezzata per far nascere bambini prima delle 32 settimane). Tornando all’Ordine e l’Egitto ai tempi nostri, le relazioni diplomatiche, iniziate nel 1980, sono ottime proprio perché siamo un’istituzione neutrale, imparziale e apolitica, pertanto senza interessi politici o economici da tutelare, che si dedica prevalentemente a progetti medici, sociali e umanitari nella maggior parte dei Paesi nel mondo. Mi piace ricordare, tra l’altro, che l’Ordine è la più antica missione medica al mondo e che oggi finanzia e gestisce direttamente alcune centinaia di centri medici, venti ospedali e centodieci residenze per anziani, oltre numerosi servizi di soccorso medico con le ambulanze. L’Associazione dei Cavalieri Italiani, ad esempio, gestisce a Roma l’Ospedale San Giovanni Battista specializzato in riabilitazione neurologica e motoria ed integrato con il servizio pubblico (è inserito nella programmazione sanitaria della Regione Lazio)”.

Quali sono le altre attività umanitarie dell’Ordine?

“Tra le attività umanitarie ancora in corso, l’Ordine ha attivato la sua rete di supporto sia in Ucraina che nei Paesi limitrofi (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania) fornendo supporto medico e sociale, assistenza logistica e psicologica, alloggi per gli sfollati nonché allestendo un laboratorio mobile di protesi per le vittime delle mine antiuomo. Più di cento psicologi si stanno occupando di progetti di assistenza, in particolare ai bambini traumatizzati e a sostegno di medici e infermieri a rischio di burn- out. L’Ordine di Malta intrattiene relazioni diplomatiche bilaterali con 112 Paesi, ha lo status di osservatore permanente presso le Nazioni Unite e ha sottoscritto accordi di cooperazione internazionale con oltre 50 Paesi. La natura di istituzione neutrale, apolitica e indipendente consente all’Ordine di intervenire altresì come mediatore nei conflitti. Nell’ottobre del 2015, ad esempio, a Villa Magistrale a Roma fu ospitato un incontro con alti rappresentanti di Tobruk e Tripoli organizzato dal think tank britannico ‘Forward Thinking’ in collaborazione con l’Ordine. L’incontro aveva per oggetto le sfide poste dai crescenti flussi migratori e la lotta al traffico degli esseri umani sul suolo libico. Alla riunione prese parte anche il vice direttore per il Medio Oriente e Nord Africa dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazione Unite”.

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