“I buoi devono tornare a tirare il carro”. Con questa semplice frase Enzo Ferrari pose le basi per la 550 Maranello ed il ritorno alle Berlinette Gran Turismo per il Cavallino Rampante. La 550 segnò un era a tal punto che per lungo tempo non avrebbe avuto rivali capaci di mettere insieme tutte le carte che la nuova Ferrari poteva giocare.
Linee morbide, motore anteriore e trazione posteriore per lasciare il spazio a quattro comodi posti. Dai tempi della 250 GTO non era più stato realizzato nulla di simile. O meglio, dalla 250 GTO il segmento stesso delle Coupé Granturismo era gradatamente andato ad estinguersi. Di fatto i produttori di auto sportive avevano per lungo tempo stabilito la separazione netta tra auto sportive senza compromessi e berline di rappresentanza più o meno “sportiveggianti”. Il cavallino rampante non fece eccezione, e come tutti gli altri costruttori produsse per oltre venti anni intere serie di auto super sportive improntate sullo schema motore centrale e trazione posteriore, affiancate a grandi berline di lusso, le cui prestazioni di fatto erano però nettamente inferiori sotto ogni aspetto. Ciò era dovuto essenzialmente alla veloce evoluzione motoristica degli anni ‘70 ed ‘80. Motori sempre più grandi e potenti richiedevano la collocazione in posizione centrale per poter venire adeguatamente sfruttati. Tuttavia fu proprio negli anni ‘80 che Enzo Ferrari comprese che i tempi erano ormai maturi per uscire da questo schema. La veloce evoluzione dell’elettronica di potenza, e soprattutto dei sensori, unita a un generale irrigidimento delle cellule dei telai, avrebbe consentito di avere prestazioni e guidabilità da super sportiva a motore centrale posteriore anche su una berlinetta 4 posti.
Il “Grande Vecchio” purtroppo non potrà vedere la realizzazione di questo sogno, che verrà portato a compimento nel 1996 dall’amministrazione di Luca Cordero Di Montezemolo. Il 20 luglio di quell’anno, la 550 Maranello fece il proprio debutto sul circuito tedesco Nurburgring. L’estetica della nuova nata di Maranello era frutto di oltre 4800 ore in galleria del vento. Il risultato fu un cx di penetrazione aerodinamica pari a 0,31, che la poneva al di sopra di quasi ogni super sportiva a motore centrale del tempo. Il design dalle linee rotondeggianti, pulite ed armoniche si avvaleva inoltre di soluzioni aerodinamiche quali l’ “hood scoop”, ossia la grande bocca di aspirazione centrale posta sul cofano motore con finalità tanto di design quanto di aerodinamica. Ulteriore beneficiario di questa soluzione anche il grosso motore V12 da 5474 centimetri cubi da cui la Maranello prendeva il nome di 550. Le prestazioni di questo propulsore erano impressionanti: 485 cavalli a 7.000 giri al minuto con 569 nm di coppia disponibili già a 3.000 giri al minuto grazie a bielle in titanio e al largo uso di lega leggera per le rimanenti parti del motore. I 12 cilindri della 550 risultava pertanto non solo potente ma anche pronto ed elastico. La Maranello riusciva infatti a raggiungere i 100 km/h in soli 4,4 secondi con partenza da fermo con una velocità massima di oltre 320 km/h. Per garantire una guidabilità pari alle migliori super sportive a motore centrale (va ricordato che la 550 Maranello sostituiva la 512 Testarossa a motore centrale posteriore) ci si avvalse dello schema Transaxle. In pratica motore anteriore con il cambio manuale a 6 marce situato sull’asse posteriore in blocco con il differenziale. Questa soluzione garantisce infatti un rapporto tra le masse detto “50-50” per una perfetta ripartizione dei pesi tra asse anteriore e posteriore. A completare un quadro di eccellenza nel design e nella meccanica erano chiamati il telaio, realizzato in tubi di acciaio saldati e la carrozzeria in lega leggera. L’unione delle due diverse tipologie di materiali venne resa possibile mediante procedimenti di saldatura “Feran”.
La 550 Maranello risultava quindi veloce, scattante, maneggevole e leggera. La sua comparsa fu un vero shock per la concorrenza. Basti pensare che la grande storica rivale Lamborghini schierava la Diablo Sv, supersportiva motore centrale, la quale però riusciva ad avere prestazioni simili solo sullo scatto da fermo ed in velocità massima, mentre in fatto di abitabilità non potevano esistere paragoni con il comodo salotto sportivo 2 + 2 offerto dalla 550 Maranello. Di fatto la 550 Maranello, resuscitando il segmento delle Berlinette Gran Turismo, per tutta la propria carriera non avrà rivali in grado di competere su ogni singolo aspetto, rimanendo indiscussa regina del segmento da essa stessa riportato in vita.
Dalla 550 Maranello deriverà, a partire dall’anno 2000, la 550 Barchetta, ossia la versione 2 posti scoperta della berlinetta Ferrari. Anche in questo caso si trattò di un gradito ritorno al passato. Il riferimento andava infatti alle Ferrari scoperte degli anni ‘60, da non confondere con le numerose versioni “targa” dei modelli di Maranello prodotti negli anni ‘70 ed ’80. Verrà prodotta in soli 452 esemplari nel 2001, tutti numerati con un apposita targhetta. A causa delle necessarie opere di irrigidimento del telaio, la Barchetta risulterà inferiore in fatto di prestazioni alla berlinetta da cui deriva.
Rimanendo in tema di versioni speciali, la Maranello vanterà una versione speciale ad opera dell’allora pilota Ferrari di Formula 1 Michael Schumacher. Quest’ultimo aveva acquistato nel 1998 la propria 550 Maranello e su di essa fece realizzare numerose modifiche. Scarico Sportivo, assetto “Fiorano Handling Package” con sospensioni irrigidite ed abbassate, sedili in pelle con inserti in carbonio ed un roll-bar rivestito in pelle caratterizzavano la vettura del campione del mondo Michael Schumacher. Le modifiche volute dal pilota tedesco verranno poi replicate su altre 13 vetture denominate “Michael Schumacher Edition”. L’anno successivo, il 1999 vedrà un ulteriore replica del predetto pacchetto, denominato però WSR in onore al conseguimento del World Speed Record (da cui la sigla “WSR”) per la più elevata velocità media per un auto di produzione durante una gara della durata di 24 ore.
La carriera della 550 Maranello si concluderà nel 2002, quando cederà il testimone alla sua diretta evoluzione, la Ferrari 575M, versione potenziata proprio della 550 Maranello. Imbattuta regina del proprio segmento, auto dalle impareggiabili qualità, la bontà della 550 Maranello starà proprio nel suo non avere rivali. La sua comparsa sulla scena stimolerà un’intera generazione di nuove auto super sportive ad alte prestazioni. BMW, Mercedes, Audi, Lamborghini, solo per citare alcuni dei costruttori rivali, tenteranno a più riprese di eguagliare sia la 550 Maranello che la 575M, senza però mai riuscirvi completamente, a testimonianza del fatto che gli standard imposti nel 1996 dalla vettura Ferrari rimarranno imbattuti per oltre un decennio.