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I mercanti del tempio o del turno di ballottaggio

Una breve e succinta disamina dei risultati elettorali in Umbria mi sembrano doverosi laddove balza agli occhi il risultato di Perugia e di Foligno con due giunte a rischio di non rielezione, cosa da me già prevista in un precedente articolo.

La questione è presto detta e assurge agli onori della cronaca una sostanziale contraddizione in cui a livello europeo la destra è stata premiata mentre a livello locale sta prendendo sostanziali bastonate e facendo nascere il legittimo sospetto che per le città o non ha persone di destra degne di fare gli amministratori perché incapaci o perché chi è all’opposizione dà più garanzie sul punto.

La Ferdinandi è in vantaggio per un pugno di voti sulla Scoccia mentre gli altri candidati di tale città non sono pervenuti.

Sinceramente pensavo che la Ferdinandi venisse eletta al primo turno, ma è mancato un soffio e sono certo che recupererà vincendo al ballottaggio.

I motivi possono essere molteplici e non squisitamente legati al giudizio sull’operato di Romizi – che ha lasciato comunque a desiderare soprattutto per ciò che riguarda il rilancio del centro storico e la questione sicurezza in zone nevralgiche della città – quanto per la sensazione che la Scoccia ha suscitato nei potenziali elettori di essere un contenitore politicamente vuoto a cui si aggiunge la mancata empatia con i potenziali elettori.

Su questo la Ferdinandi invece è stata molto brava e molto più preparata delle Scoccia nell’interfacciarsi con gli elettori che hanno visto in Lei quel vento di freschezza che a Perugia manca da un po’ di tempo e riempiendo le piazze come forse la stessa non sperasse e suscitando l’entusiasmo della sinistra – quella perugina al caviale per eccellenza – che vede in lei la rinascita di una città massacrata non tanto da Romizi, ma dalle amministrazioni di sinistra precedenti.

E ciò denota non tanto la memoria corta degli elettori, quanto la faziosità degli stessi.

Perché il problema è sempre lo stesso e che c’è anche a Foligno: il diverso modo di sentire la politica.

La sinistra è sempre stata allineata e coperta ed è bravissima a compattarsi intorno ad un personaggio con un senso di solidarietà che non fa suscitare, nell’elettore sinistro, la fatidica domanda se il candidato/candidata prescelto sia bravo o meno.

Lo votano perché sta lì senza tante domande.

L’elettore di destra invece da una parte è meno ideologizzato e quindi della politica se ne sbatte bellamente e dall’altra se il candidato /candidata lo reputano un coglione non vanno a votare o votano l’opposizione per indole reazionaria.

Ne consegue che la Ferdinandi è in vantaggio e presumibilmente vincerà al secondo turno pensando che ci sarà aria nuova quando in realtà ci sarà solo una becera restaurazione.

A Foligno ci si sbellica dalle risate, con una giunta di destra – quella di Zuccarini – che si è rivelata inadeguata sotto ogni punto di vista e che è destinata alla sconfitta ad opera di un ex sostanziale prete filopalestinese che ha saputo parlare alla pancia dei folignati, anche a quelli di una destra delusa.

E questo perché la giunta Zuccarini ha solo inserito nei programmi solo il termine famiglia tradizionale per ammantarsi di un credo politico che invece è anni luce lontano da una destra sociale illuminata.

È stata un Giunta di personaggi politici quasi insignificanti e privi di cultura sia politica sia nel senso di conoscenza a motivo del quale invece ha fatto un sostanziale flop meritando, ahimè, il tornare a lavorare.

Non ha fatto nulla di ciò che potesse fare, ma avallando, a mezzo del PNRR, scelte imbarazzanti delle vecchia giunta di sinistra Mismetti come la variante sud o non muovendo un dito per l’enorme parco eolico che si sta profilando sull’altipiano di Colfiorito tra le bestemmie di chi vive e lavora lì.

E non attuando nemmeno l’abc della politica che è lo spoil system dei dirigenti comunali che sono stati quasi tutti confermati per dare continuità amministrativa e facendo sorgere il legittimo sospetto che votare Zuccarini è stato inutile perché se si è voluta dare continuità amministrativa significa che le elezione per mandare a casa Mismetti non hanno avuto senso.

Tra Zuccarini e Masciotti ci sono circa 200 voti di differenza e Presilla diventa l’ago della bilancia -F inamonti ha preso pochi voti – del ballottaggio e vedremo con chi si andrà a schierare in base agli accordi politici che immagino saranno serrati.

In pratica cosa gli offriranno a livello di assessorato o altro in cambio dell’appoggio portando voti quasi mai certi.

Ne consegue lo svilimento di questa politica cittadina fatta di un mercanteggiare che sancisce il tramonto degli ideali in funzione di una visibilità politica e di potere.

Zuccarini si potrebbe salvare venendo rieletto con una scelta forte e dirompente andando a contrastare sia la variante sud e il parco eolico – temi molto sentiti – e dando un bel segnale per la comunità.

Ma non sarà in grado di cacciare i mercanti dal tempio per carenza di acume politico in funzione della comunità tutta da tutelare perché anche mal consigliato da chi non ha una visione politica di insieme di programmazione a lungo respiro ma pensando solo al giorno dopo e postarlo su Facebook.

Un po’ pochino a motivo del quale è giusto che torni a casa perché avrà due gravi responsabilità: aver restituito Foligno alla sinistra clericale e avallato il massacro del territorio.

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