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Ritorno all’Epifania e alla Fede, lontani dalla politica

Come lo scorso anno non poteva mancare un mio cenno alla Epifania, ma mentre lo scorso anno parlai di tale ricorrenza dal punto di vista solo teologico, con tutti i limiti del caso, oggi ne voglio parlare dal punto di vista laico dal momento che – mi accorgo – che di spiritualità e tante altre belle cose poco interessa il lettore, andando più sul pecoreccio.

Ma un accenno alla festività religiosa lo debbo pur fare per articolare il discorso che sto affrontando.

Epifania deriva dal greco antico ἐπιϕάνεια che significa manifestazione, in questo caso del divino.

Ma ha perso di significato per una serie di circostanze che trovano nella Chiesa la principale artefice di questa debacle spirituale perché non sa più trasmettere il valore della parola evangelica e tramutando tutto in una questione non di fede, ma politica perché anche tale organizzazione si sta appiattendo sul politicamente corretto.

Avvenire è il quotidiano della Conferenza episcopale italiana e di certo non possono collaborare persone che non siano in odore di Cristo (e di Marx aggiungo io) a motivo del quale non potrò mai essere ospite di tale quotidiano.

In linea astratta tale quotidiano dovrebbe essere equidistante e incarnare al meglio il credo del mio amato don Primo Mazzolari: Non guardo a destra non guardo a sinistra, ma guardo in alto.

Una frase che, all’esito degli articoli di tale giornale, fa sbellicare dalle risate anche i miscredenti, figuriamoci il sottoscritto che si atteggia a crociato della parola.

Ebbene, Simona Segoloni Ruta, docente all’Istituto Pontificio Teologico Giovanni Paolo II (mica pizza e fichi), in una intervista sul tale quotidiano ha affermato che la Sacra Famiglia è solo un quadretto devozionale e mettendo sostanzialmente in dubbio la verginità della Madonna con vaghi accenni al patriarcato che fa tanto tendenza.

Ora, seppur vero che tanti simboli del Cristianesimo sono stati tramandati dagli antichi romani e sul punto basti leggere Plinio il Vecchio e il suo Naturalis Historia o soprattutto Columella con il suo De re rustica, dall’altra significa che si è voluta preservare la tradizione tramutandola in devozione per mantenerla viva.

Ora invece la stessa Chiesa, per tamponare l’emorragia di fedeli la domenica e nelle feste comandate, ha spostato il suo centro di interesse dal divino al sociale al punto che – per fare un esempio – i vescovi umbri sono intervenuti pesantemente per appoggiare alcuni candidati di centro sinistra sia a Foligno sia alla Regione perché secondo loro più vicini alla parola del Signore quando in realtà è solo una furbizia spaventosa dei candidati stessi.

Con il risultato che la Proietti ha vinto, ma hanno perso i veri fedeli in Cristo.

E adesso si attacca la Sacra Famiglia che l’epiteto di quadretto devozionale suscitando l’ ira tra chi ha fede e chi – da destra – la vede come un attacco alla tradizione.

In realtà a me assale lo sconforto nel vedere una Chiesa alla deriva e che non si spende per far recuperare la fede a chi naviga spiritualmente a vista e demonizzando secoli di teologia che mortificherebbe un sant’Agostino o un san Tommaso d’Aquino per non parlare del compianto papa Ratzinger.

Una deriva mortificante della nostra società che è passata da un Berlinguer ad una Schlein e da Almirante alla Meloni.

Non una parola di spiegazione sul significato della Epifania e il valore dei tre Re Magi e dei tre doni magici, della Cometa simbolo di un cammino verso la salvezza in Cristo, sui contadini che si fermarono davanti alla mangiatoia, nulla di nulla se non qualche bel presepe in Chiesa che il più delle volte è sintetizzato dalla sola Natività.

Mi domando che gusto trovi la Chiesa a svilire secoli di tradizione teologica – seppur con i suoi limiti e contraddizioni – per seguire il politicamente corretto che non fa bene alla Chiesa stessa e che trova nell’attuale Papa la punta di diamante di un riformismo gesuitico e quasi agnostico che ha poco di fede e tanto di politica sociale.

La Chiesa deve ritrovare, se vuole salvarsi, la fede pura per dare significato alle feste dal punto di vista evangelico altrimenti ce la perdiamo definitivamente e siamo già a buon punto dal momento che se Epifania (ἐπιϕάνεια) significa manifestazione, in realtà oggi è la manifestazione di teorie marxiste, meritandoci l’estinzione.

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