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Auguri Roberto Baggio, l’eterno sogno azzurro

Il 18 febbraio è il Natale per i baggisti, non solo perché per tanti è il Dio del calcio, ma perché si vuole celebrare la purezza di un cuore che ha fatto sognare milioni di persone

Fino a domani sera al Teatro Arcobaleno di Roma si può assistere a Sogno d’una notte di mezza estate, la più onirica tra le commedie shakespeariane. Sono contrapposti due mondi nella pièce: la città, incarnazione dell’apollineo e del contratto matrimoniale, in cui gli atteggiamenti sregolati non sono consentiti, ed il bosco, luogo fatato e dionisiaco, che esula dai recinti della legge, zona franca dove le passioni esplodono incontrollate. Per arrivare all’agognato lieto fine in cui gli innamorati possono vivere l’amore come suprema armonia di opposti, si dovrà però passare attraverso il caos e la disarmonia: “la strada del vero amore non è mai piana” dirà Lisandro, uno dei personaggi. Le due tematiche principali sono la magia e il sogno. La prima, legata all’amore che crea problemi ma poi risolve ogni cosa, è rappresentata dal succo del fiore magico che agisce sugli occhi. La vista è infatti il primo dei cinque sensi coinvolti nell’approccio amoroso. La seconda, presente anche nel titolo, è la motivazione concreta della presenza di elementi fantastici. Il sogno-realtà, che abbraccia i due mondi, sarà il risultato finale.

Sogno di una notte di mezza estate

“La vita è un sogno che si perde nel tempio dell’eternità” scrive il poeta contemporaneo Francesco Terrone. Potrebbe essere la sintesi della carriera di Roberto Baggio, apparsa come un sogno, leggiadra come una brezza, fresca come rugiada, nonostante le tempeste fisiche ed interiori erano più che evidenti, non solo sulle ginocchia e nel volto. Da una parte i ferrei allenamenti, personali e con la squadra, la metodicità con cui voleva ristabilirsi a tempo di record dopo gli infortuni, l’integrità morale dimostrata di fronte a moglie e figli come marito ideale e padre modello. Dall’altra l’anima poetica e mai conforme, i piedi geniali che ubriacavano mandando in estasi i fans, una fede buddista in un mondo di cattolici, la dimostrazione in campo di una forza interiore superiore alla norma. Ci sono le regole, che lui sapeva rispettare, ma che a volte sapeva altrettanto bene superare in nome della bellezza. Bellezza di un gesto tecnico, bellezza di un comportamento, bellezza di una riflessione.

Baggio in famiglia

“Nella misura in cui l’amore cresce in te, cresce anche la tua bellezza, poiché l’amore è la bellezza dell’anima” dice Sant’Agostino. Nel calendario geniale è questa la frase collegata alla giornata di oggi, in cui Roby Baggio spegne 56 candeline. Rimasto nell’immaginario collettivo come il ragazzo col codino che faceva saltare gli schemi, colui che ha incarnato il sogno azzurro e che è andato oltre i suoi stessi limiti, non ha mai visto la sua fama tramontare. Mi sono sempre chiesta cosa avesse smosso me da piccolina per appassionarmi alle sue gesta e cosa persistesse intatto in me da grande. Mi sono risposta che Roberto mi aveva dato e mi continua a dare una speranza di bellezza anche quando il mondo sembra crollarti addosso. E’ l’esempio la vera armonia che cicatrizza le ferite e rende un’anima grande, conservando i sentimenti incontaminati per l’eternità. Grazie e auguri come sempre.

Fonti foto: passionedelcalcio.it, studentville.it e fanpage.it

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